
La prima settimana del Roland Garros è passata, ed i pronostici della vigilia sono stati fin qui rispettati. Sono infatti approdate agli ottavi di finale le prime dieci teste di serie, anche se non tutte con la stessa facilità.
Ma prima di parlare di chi ce l’ha fatta, vediamo chi invece non ha rispettato il pronostico iniziale: Marin Cilic, numero 13 al mondo e testa di serie numero 11, è stato sconfitto in secondo turno, dopo una battaglia di cinque set, dal russo Dimitrov; peggio di lui ha fatto l’altro russo Medvedev, numero 12 del tabellone, che si è ripetuto nel brutto risultato di Roma perdendo al primo turno con il francese Herbert.
Per il resto, i più forti sono andati avanti senza eccessivi problemi. Novak Djokovic, testa di serie numero 1, ha superato in scioltezza, senza perdere un set, prima il polacco Hurkacz, poi lo svizzero Laaksonen ed infine il nostro Lorenzo Caruso; agli ottavi dovrà vedersela con il tedesco Jan-Lennard Struff, il numero 45 al mondo giunto a sorpresa così avanti dopo aver sconfitto ben due teste di serie: il canadese Shapalov, numero 20, in primo turno e il croato Borna Coric, numero 13, al terzo turno, dopo una maratona con racchetta vinta per 11 giochi a 9 al quinto set.
Qualche problema in più l’ha avuto Dominic Thiem, numero 4 del mondo e del tabellone, che ha perso un set sia in primo turno contro Paul, sia in secondo contro Biublik sia in terzo contro Cuevas; quanto visto fin qui conferma l’impressione che l’austriaco, finalista qui a Parigi nel 2018, non sia in perfetta forma, e che quindi il match degli ottavi contro Gael Monfils, che si sta esprimendo al meglio e che è arrivato agli ottavi letteralmente asfaltando prima il giapponese Taro Daniel e poi i connazionali Mannarino e Hoang, sarà una pratica tutt’altro che agevole.
Anche la testa di serie numero 5, Sasha Zverev, non ha avuto vita facile: il tedesco già in primo turno è stato costretto al quinto dall’australiano numero 56 al mondo John Millman e, dopo un secondo turno abbastanza agevole contro lo svedese Ymer, in terzo turno si è visto rimontare dopo essere stato in vantaggio per due set a zero da Lajovic, battendolo poi al quinto per 6-2. Gli ottavi di finale lo vedranno contrapposto al nostro Fabio Fognini, che sembra essere giunto a questo appuntamento in grande forma: il ligure ha avuto bisogno di quattro set per superare sia Andreas Seppi in primo turno, sia l’argentino Delbonis in secondo sia, infine, lo spagnolo specialista della terra Roberto Bautista Agut, ma non ha mai sofferto né ha mai rischiato di perdere in nessuno dei tre incontri. Raggiungendo questi ottavi di finale, Fabio ha eguagliato il risultato dell’anno passato; ha oggi l’occasione di entrare nella storia del tennis italiano accedendo all’olimpo della top ten mondiale, ma per farlo dovrà battere Zverev, impresa certamente alla sua portata se riuscirà a mantenere la necessaria lucidità mentale per tutto il match. Al nostro eroe non mancano certo gioco, braccio o talento; ma come insegna Djokovic, a quel livello tutti hanno ottimi colpi e un’ottima forma fisica: la differenza la fa la testa, perché il tennis è uno sport mentale.
La testa di serie numero 8, Juan Martin del Potro, sembra tornato alla sua migliore forma, sebbene abbia corso un bel rischio in secondo turno contro il giapponese Yoshihito Nishioka, superato al quinto dopo essere stato sotto per due set ad uno; molto più facile è stato per l’argentino battere in terzo turno l’australiano Thompson per tre set a zero. Il suo avversario degli ottavi, il giovane russo Khachanov, ha onorato la testa di serie numero 10 arrivando alla seconda settimana senza incontrare particolari ostacoli ma senza dover battere altre teste di serie.
Questo per quanto riguarda le quattro partite degli ottavi che si giocheranno oggi; ma le altre quattro partite si sono già giocate ieri, e sebbene quella che vede contrapposti Nishikori e Paire sia stata sospesa, possiamo già farci un quadro dei due quarti della parte bassa del tabellone.
Rafa Nadal conferma fin qui i pronostici che lo danno miglior candidato a vincere per l’ennesima volta il torneo essendo giunto ai quarti avendo perso un solo set, in terzo turno contro Goffin, ma soprattutto dimostrando una solidità ai limiti dell’imbattibilità. Ai quarti si troverà di fronte il vincitore del match tra Kei Nishikori e Benoit Paire, iniziato ieri e sospeso per oscurità sul punteggio di due set ad uno per Nishikori. Il giapponese, numero 7 al mondo, è giunto ai quarti attraverso un percorso che si è fatto via via più difficile: se infatti gli sono bastati tre set per superare Halys in primo turno, gliene sono occorsi quattro per battere Jo-Wilfred Tsonga in secondo e cinque per sconfiggere il serbo Laslo Dere al terzo. Il francese Paire, vincitore la settimana scorsa del torneo di Lione, ha dovuto affrontare un percorso non più facile, culminato nel match di secondo turno vinto per 11-9 al quinto contro il connazionale Pierre-Hugues Herbert.

Altrettanto imbattibile, e questa è un po’ una sorpresa, è apparso fin qui Roger Federer; il campionissimo svizzero, che mancava dal Roland Garros dal 2015, pare essersi dimenticato di non amare la terra rossa e di essere ormai alla soglia dei 38 anni, ed è arrivato ai quarti senza perdere un set e, soprattutto, battendo in scioltezza avversari che andavano alle scuole elementari, se non all’asilo, mentre lui già vinceva tornei in giro per il mondo. King Roger si è dimostrato come sempre fortissimo, ma su questo non c’erano dubbi: qualche dubbio è lecito averlo, invece, in merito alla sua tenuta fisica, che non è stata ancora messa alla prova nei brevi match affrontati finora. Di tutt’altra natura sono stati invece i match affrontati dal suo avversario nei quarti, il connazionale Stan Wawrinka, capace di vincere qui a Parigi nel 2015, in pieno regno Nadal; lo svizzero è infatti reduce da una vera maratona con racchetta, durata oltre cinque ore e vinta oggi in cinque durissimi set contro il giovane greco Stefanos Tsitsipas, e da un difficilissimo terzo turno vinto con tre tie break contro Grigor Dimitrov. Stan e Roger, che insieme sommano 71 anni di vita ed hanno vinto la Coppa Davis nel 2014, si affronteranno per la 26esima volta; King Roger ha vinto ventidue degli incontri passati, e non perde con Stan da quattro anni, ma non per questo il risultato del prossimo match è scontato: l’ultima vittoria di Wawrinka, infatti, è stata proprio ai quarti di finale del Roland Garros 2015, nell’ultima partita giocata da Federer allo slam parigino prima della sua lunga assenza durata fino a quest’anno.

Qualche parola sulla prestazione degli italiani in tabellone: a parte Fognini, di cui si è già parlato, gli altri azzurri hanno fatto ciò che hanno potuto regalando anche qualche soddisfazione. Salvatore Caruso, numero 147 al mondo, ha superato ben due turni, battendo due giocatori molto meglio posizioni di lui, prima lo spagnolo Munar e poi, sorprendentemente, il francese Simon, numero 26 al mondo, prima di schiantarsi contro la corazzata Djokovic. Se Andreas Seppi ha perso in primo turno il derby con Fognini, non meglio di lui hanno fatto Stefano Travaglia, numero 119 al mondo, che ha perso secondo pronostico l’incontro contro il francese Mannarino e Stefano Bolelli, sconfitto dalla testa di serie numero 22 Lucas Pouille. Proibitive si sono dimostrate le sfide di primo turno di Thomas Fabbiano, sconfitto dal croato numero 13 al mondo Cilic, e di Lorenzo Sonego, battuto da King Roger.
Un po’ deludente il risultato di Matteo Berrettini, che dopo aver superato tutto sommato agevolmente lo spagnolo Andujar, cliente non facile sulla terra rossa, è stato poi fermato in secondo turno dal giovane norvegese Ruud, peggio piazzato nella classifica mondiale di oltre trenta posizioni e assolutamente abbordabile per il romano, che con l’exploit di Roma aveva autorizzato a sperare che potesse fare qualcosa di meglio in questo slam.
Infine, non si può che definire disastrosa la prova di Marco Cecchinato: il tennista di Palermo, che l’anno scorso giunse alle semifinali qui a Parigi, non è riuscito a superare neanche un agevolissimo primo turno contro il trentasettenne semi-pensionato francese Nicolas Mahut, specialista del doppio ma che, nella classifica di singolare, occupa la 252esima posizione.
In conclusione, questa prima settimana ha confermato che la successione ai vertici del tennis mondiale è rimandata ancora di almeno un anno, e che i favoriti per la vittoria finale restano i fab three, con Nadal in pole, Djokovic ad un’incollatura e Federer pronto a fare il terzo incomodo ed a stupire il mondo ancora una volta.