[dropcap]L[/dropcap]a revisione della spesa pubblica taglia le visite fiscali Inps. Almeno quelle d’ufficio disposte dall’Istituto. Dunque, si salterà da oltre 900 mila controlli annui a poco più di 100 mila, per la felicità di tutti i malati immaginari e degli assenteisti. Una riduzione netta, oltre l’80%, e causata dai tagli che hanno colpito l’Istituto di previdenza sociale: 500 milioni in meno sul budget di spesa. Si prevede che davanti a circa 800 mila visite in meno, ad aumentare saranno i controlli richiesti e pagati dai datori di lavoro. Una scelta “dolorosa ma ineludibile” che rischia di essere l’inizio di una problematica ben più grave nei conti delle imprese, dato che l’aumento dell’1% delle assenze dal lavoro per malattia vale circa 1 miliardo. Spiega il direttore generale dell’Inps, Mauro Nori:
Siamo stati costretti a farlo. Nessuna azienda potrebbe mantenere le stesse attività con un taglio del 40% delle spese, rispetto all’anno precedente. E’ quello che è capitato a noi con l’applicazione della spending review: un taglio di 500 milioni su un bilancio di 1,1 miliardi di euro al netto delle spese per il personale, che ha subito una riduzione di oltre 3.000 unità. Abbiamo tagliato gli investimenti in tecnologia ridotto le spese per le manutenzioni edili, tagliato le spese bancarie, sforbiciato le spese postali per l’invio cartaceo delle informazioni ai pensionati. Alla fine non ci è rimasto altro che tagliare le visite
Ed i malcontenti saranno tanti: uno su tutti, quello dei medici Inps, convinti che questa misura non produrrà nessuna reale economia.[divider] Secondo i medici la scelta dell’Inps, presa per far fronte alla razionalizzazione della spesa richiesta dalla legge di stabilità, oltre a portare “al sostanziale licenziamento di circa 1000 medici in servizio da decenni”, in meno di un mese porterà “un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l’Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo d’ufficio”, come dichiara il coordinatore nazionale del settore Fimmg Inps, Alfredo Petrone. In effetti il rischio c’e’, perché “l’occasione fa l’uomo ladro”: se vengono a mancare i controlli, i malati immaginari potrebbero aumentare. Anche se come afferma Nori non c’è sicurezza che uno scenario del genere possa per forza avverarsi in quanto il sistema di data mining per la gestione delle visite permette di monitorare i casi sospetti: “Oltre 100 mila visite fiscali d’ufficio verranno comunque eseguite. Saranno mirate. E poi confidiamo sulla correttezza dei medici di famiglia”.[divider] Intanto si è adoperata anche la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici) domandando la “revoca immediata” del decreto. Un provvedimento ai limiti del paradosso: in un Paese dove i casi di assenteismo e false malattie sono quasi all’ordine del giorno e lievitano sempre più , i controlli dovrebbero aumentare…ed ovviamente in Italia invece vengono diminuiti dell’80%. Non resta che confidare “sulla correttezza dei medici di famiglia” e nel buon senso delle persone ….ma visti i dati relativi ai falsi certificati medici, l’affermazione di Petrone sembra quasi prendere in giro tutti quei lavoratori onesti che, per contrastare i forti disagi economici derivanti dalla crisi, si recano nei propri uffici, nei cantieri e nelle varie strutture in cui prestano servizio anche con febbroni da cavallo.
Bruna Di Matteo