
Italiani tartassati dalle tasse? Il problema non esiste per il PD che ha presentato un DDL sulla disciplina delle attività funerarie, ovvero il disegno di legge n. 1611, attualmente in corso d’esame in commissione al Senato, che inevitabilmente farà salire i costi di ogni decesso.
Non è il provvedimento in sé a essere fuori luogo se si considera unicamente il fatto che il settore ha bisogno di una riforma, ma è la tempistica, il buon senso, la dimostrazione per l’ennesima volta che la politica in Italia non è il prodotto di un ragionamento coerente, di una programmazione razionale ma è fatta di guizzi, di individualismi, di leggi che vedono la luce per risolvere indifferentemente un problema annoso o dell’ultim’ora o una situazione particolare e che inevitabilmente si perde sempre di vista l’insieme, l’effetto reale sull’economia di contro ai propositi sbandierati, le conseguenze sulle tasche dei cittadini.
Solo pochi giorni fa la presidente delle Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo, Enrica Laterza, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2014 lanciava l’allarme «Difficilmente il sistema economico potrebbe sopportare ulteriori aumenti della pressione fiscale».
E queste parole dovrebbero essere un monito per i politici.
Stando a quello che si legge nella relazione al provvedimento, la necessità di riformare, e questo è vero, un settore la cui regolamentazione ha un impianto “ottocentesco” sembra più rispondere però ad un improvviso picco di operosità. Non c’è o perlomeno non si vede per niente una programmazione sinergica del Governo o del Parlamento che ragiona e si mette in primo luogo dalla parte del contribuente e del cittadino e dunque pianifica le strategie per favorire la crescita del paese. Qui invece si cerca con affanno di stare dietro al carro europeo, oppure si tenta di liberare goffamente il paese dalla zavorra delle camorre o di alleggerire il peso dell’evasione fiscale ma col solo risultato di incrementare senza misura il numero di leggi, articoli e commi.
Innanzitutto è da considerare che la spesa delle famiglie per i funerali e il volume degli interventi pubblici nel settore funebre e cimiteriale è quantificata in 3 miliardi di euro all’anno, e che in ragione dello stato del settore il provvedimento fa perno su 10 scelte per riformarlo e qualificarlo alla maniera di quanto già fatto in altri paesi europei.
L’obiettivo è definire i soggetti che operano e identificare i requisiti soggettivi di moralità, competenza e professionalità e quelli oggettivi di strutture e mezzi, moralizzare l’ambito funebre, combattere l’evasione, regolare le dotazioni dei crematori e riorganizzare il sistema cimiteriale “al collasso economico e gestionale”.
In sintesi si possono citare la riorganizzazione del settore che porterà al dimezzamento del numero delle imprese pur mantenendo egual numero di lavoratori esistenti, ma che dovrebbe permettere l’emersione di almeno un terzo dell’attuale personale non inquadrato. L’allineamento IVA al 10% per tutto il settore. La Costituzione imprese a capitale misto pubblico privato. Infine il colpo di genio che considerato che il comparto cimiteriale ha una componente di servizi offerti che ha natura di servizi indivisibili, conseguentemente ha titolo alla compartecipazione del gettito TASI.
Ciò che si evince è che il provvedimento se non modificato non avrà che effetti negativi sul sistema perchè provocherà la chiusura delle piccole aziende e dal lato del cittadino l’aumento della TASI, l’IVA al 10% e una tassa sui 30 euro per ogni operazione cimiteriale, per tumulazione o per la cremazione, tassa che sarà destinata all’adeguamento degli indici ISTAT del costo della vita.
Il DDL è ad iniziativa di Stefano Vaccari
Cofirmatari
Valeria Fedeli (PD) , Francesco Russo (PD) , Erica D’Adda (PD) , Vito Vattuone (PD) , Stefania Pezzopane (PD) , Donella Mattesini (PD) , Bachisio Silvio Lai (PD) , Daniele Gaetano Borioli (PD) ,Patrizia Manassero (PD) , Donatella Albano (PD) , Sergio Lo Giudice (PD) , Rosa Maria Di Giorgi(PD)