[dropcap]I[/dropcap]l bullismo è un problema che grava molto nella società odierna e spesso non viene denunciata tempestivamente come si dovrebbe. I giovani che restano vittime di questa espressione di violenza sono spesso ragazzi normali, ligi allo studio, ben educati, di buona famiglia e in qualche caso anche con genitori appartenenti ad un ceto medio alto. Coloro che rispondono a questi criteri risultano molto più facili da gestire per i bulli. Si crea, così, un vero e proprio rapporto di sottomissione che in alcuni casi può durare anche anni.
E’ proprio quello che è successo a Roma, dove un gruppo di bulli aveva schiavizzato alcuni coetanei della Roma bene. I baby criminali rendevano la vita impossibile ai ragazzi dando loro ordini ben precisi come rubare ai propri genitori. Attraverso minacce e offese di ogni tipo, i giovani erano costretti ad eseguire le volontà dei bulli senza poter replicare e di volta in volta erano oggetto di estorsione per somme di 100-300 euro. E la violenza non si fermava solo all’estorsione di soldi ma sconfinava nel furto di telefonini, bracciali d’oro, scarpe, giubbotti, cinture e altri oggetti di valore. In varie occasioni i poveri ragazzi sono stati costretti a rubare dalle casseforti dei genitori e ripresi con i cellulari mentre subivano mortificazioni di ogni tipo. Un tipo di violenza che ha creato una sottomissione tale da durare anni fino a quando le vittime delle angherie non hanno deciso di sporgere denuncia presso i Carabinieri.
I militari della Stazione Roma Piazza Bologna hanno notificato sei provvedimenti cautelari per la banda di bulli composta da un maggiorenne italiano e cinque minorenni di origini straniere, ponendo finalmente fine all’inferno delle vittime di questa ennesima storia di bullismo.
Una storia che dà la conferma che il bullismo può essere combattuto ovunque se viene denunciato a chi di dovere.
Nigri Vincenzo