Si inaugura sabato 5 aprile alle 18 e 30, presso il foyer del teatro Bellini, a Napoli, l’esposizione fotografica “Arcana – una mostra” di Gianfranco Irlanda, artista napoletano che ha reinterpretato gli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Le foto sono 22, proprio come gli Arcani Maggiori, e saranno visibili fino al 15 aprile, negli orari di apertura del teatro.[divider]Gianfranco Irlanda, nato a Portici nel 1969, si è laureato in sociologia nel 1998. I suoi studi influenzano profondamente il suo approccio alla fotografia: egli documenta i movimenti studenteschi del 1990 e del 1994 e realizza in seguito numerosi reportage di ambito sociale, da quello sull’infanzia napoletana per conto del CAM Telefono Azzurro di Napoli, nel 1995, ai due di sociologia visuale per il progetto internazionale EUREX sulle aree metropolitane di Napoli e Barcellona. Lavora anche come direttore della fotografia insieme al regista Alessandro De Cristofaro, con il quale produce diversi cortometraggi, come fotografo naturalista e di architettura (ricordiamo il reportage sulle aree industriali dismesse a est e ovest di Napoli, esposto nella mostra “Ai confini della città” a Palazzo Reale). Consegue il tesserino di pubblicista e collabora tra il 2006 e il 2008 con varie testate giornalistiche, tra cui Net, InfrAzioni, Terre di Mezzo, AltraEconomia, e fotografa in prevalenza per il periodico Progetto Campania, realizzando diversi reportage sociali nella regione.[divider] Da sempre appassionato di saperi non tradizionali, sceglie proprio i tarocchi perché li considera l’arte divinatoria più complessa, la rappresentazione simbolica di un percorso spirituale dell’individuo. «I tarocchi vanno interpretati, non letti», afferma, ed è la sfida che affronta traducendo in linguaggio fotografico gli Arcani: alcuni vengono rappresentati “alla lettera”, come l’Eremita, per altri la traduzione è quasi dissacrante. È così per “La morte”, qui raffigurata come una giovane donna – ricorda la visione della morte di José Saramago in Le intermittenze della morte – mascherata, con una falce in mano, e delle teste di manichini che sembrano spuntare dal pavimento. In altre foto l’Arcano appare accanto ad oggetti contemporanei, come il carro armato nella carta de “Il carro”, e la sua decontestualizzazione risulta straniante.
Nella “Ruota della fortuna” l’alternanza degli eventi che nella versione originale si susseguono viene rappresentata dal fotografo con un vortice. I costumi delle raffigurazioni sono a cura di Rosaria Castiglione.
Tra le fonti che hanno ispirato il suo percorso “Gli Arcani maggiori e minori del tarocco” di Claudio Alari e “Io e i tarocchi” di Alejandro Jodorowski, scrittore e regista cileno. Per Jodorowski, infatti, i tarocchi sono rappresentazione dell’inconscio collettivo e del rimosso individuale; così è anche per Irlanda, che li interpreta, per citare le sue parole,«con una lettura a volte al limite del dissacrante restando in una dimensione onirica che, forse, maggiormente si presta a una visione del nostro inconscio, della nostra evoluzione interiore».[divider] Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui