[dropcap]S[/dropcap]enza api, e altri insetti impollinatori, fino al 75% delle colture potrebbe rischiare di subire ”una riduzione di produttività”. Frutta e verdura sarebbero le più colpite, e tra queste ne risentirebbe soprattutto la produzione di mele, fragole, pomodori e mandorle le quali di questo passo, rischiano di scomparire dai banconi di mercati e supermercati. Questo quanto emerge dal rapporto di Greenpeace “Api in declino” in cui, oltre a mettere in primo piano ”l’importanza ecologica ed economica” della protezione delle api, si punta il dito contro ”i pesticidi” che andrebbero ”eliminati dall’agricoltura” come ”primo passo per salvaguardare l’attività di impollinazione”. Per la suddetta relazione ”la stima più recente dei benefici economici a livello globale, per il valore delle colture che dipendono dall’impollinazione naturale, ammonta a circa 265 miliardi di euro, anche se – precisa la stessa Greenpeace – calcolare il valore “reale” dell’ impollinazione sarebbe concretamente impossibile”. Quindi emerge forte e chiaro come per l’associazione ”alcuni pesticidi costituiscono un rischio diretto per gli impollinatori”. E’ per questo che l’organizzazione lancia una nuova campagna europea per salvaguardare le api (salviamoleapi.org) e per promuovere un’agricoltura di stampo ecologico. In particolare ci si concentra su ”alcuni pesticidi, tra i quali i neonicotinoidi”, che rivestono il ruolo di veri e propri “sicari” per gli insetti. Tra questi ne sono stati individuati almeno sette che per Greenpeace ”devono essere subito vietati a causa della loro tossicità estremamente alta”.
Bruna Di Matteo