Violenze sugli autobus: baby gang aggrediscono conducenti, le vetture restano parcheggiate nei depositi in quanto non ci sono fondi per ripararli o per pagare le assicurazioni. Le donne scelgono di lasciare le aziende per paura; tutto questo accade alla ANM, azienda napoletana mobilità.
“La Repubblica riconosce a tutti il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. È molto chiaro quel che l’articolo 4 della Costituzione stabilisce, eppure, sembra essere un’utopia. I dipendenti dell’ANM svolgono l’attività lavorativa esponendosi quotidianamente a rischi: i conducenti degli autobus subiscono aggressioni verbali e fisiche e a tutto questo bisogna aggiungere che per essi non c’è nessuna forma di salvaguardia. Le corse sono scarsissime e la gente attende, per lassi di tempo interminabili, l’arrivo dei mezzi di trasporto che talvolta restano fermi in deposito in quanto guasti o non assicurati, poiché le nuove polizze costano mediamente oltre 25mila euro all’anno per singolo autobus e le riparazioni richiedono il costo minimo di circa 3 milioni di euro. Somme che ancora oggi non si è capito dove siano state disperse o investite. I dipendenti devono rapportarsi a un pubblico sempre più aggressivo ed esasperato per il mal funzionamento del servizio: senza aria condizionata, bloccati nel traffico, ammassati come sardine, talvolta chiedono di scendere in fermate non previste. Ma il peggio arriva quando baby gang salgono sugli autobus: sassi, laser puntati negli occhi, martelli, bottiglie, pugni, sputi e minacce sono rivolti a chi conduce, mettendo a rischio l’incolumità di chiunque. E questo è accaduto sulla tratta Cavallegeri-Pianura, ma anche a Via Epomeo, Piazzale Tecchio, Piazza Garibaldi, Piazza Medaglie d’Oro e in altre zone della città. Sono chiaramente loro i capri espiatori, in quanto costretti a rapportarsi direttamente con il pubblico.
Non di secondaria importanza è la condizione della donna: nell’azienda da 200 dipendenti si è passati ad un totale di 50. La donna è sempre meno disposta a esporsi ai rischi del mestiere. Gli addetti ai lavori chiedono di poter svolgere il proprio impiego dignitosamente e serenamente; un ovvio diritto, a oggi non tutelato.
Massimiliano Notaro