
Dante, Boccaccio, Della Porta, Fiammetta, Masaniello, Fanzago, il Papa Sisto V raccontano di sé. Ma non solo. Tra facezie e battute che fanno riflettere, raccontano di napoletani veraci e di coloro che sono passati, anche per poco tempo, in questa città nutrendosi nell’anima, traendone ispirazione e linfa vitale, divenendo modelli nelle arti più disparate. Di costoro veniamo messi a parte di aneddoti di vita comune, che tocca tutti, personaggi divenuti importanti come anche la semplice gente, il tessuto del popolo.
Colloquiano tra di loro e con il pubblico, anch’esso napoletano e non, composto da turisti assetati di cultura e da bambini di scuole nostrane, assetati di gioco.
Fantasmi di un altro tempo ci convocano ora in una sala contornata di affreschi, ora in un cortile racchiuso attorno a un pozzo che come una bolla del tempo mostra una definita porzione di cielo, e ci avvolge in un tempo fluido, in cui tutto può accadere. Seguiamo una lampada a olio nei sotterranei, condotta da una donna dei giorni nostri; lì ci accoglie una dama rosso vestita, anch’essa fuori del tempo, l’Anima di San Lorenzo che ci invita con semplice solennità all’incontro con la città romana e i suoi testimoni. La seguiamo e percorriamo a ritroso la nostra Storia.
E incontriamo Nerone, Poppea, Agrippina e Seneca, Giovenale e Augusto. Scopriamo che quanto di ciò che è assurto alla grande Storia nasce invece naturalmente da moventi il cui senso riguarda tutti e ognuno, in ogni tempo. Amori, odi, gelosie, piccole schermaglie con conseguenze rovinose, per tutti.
E incontriamo la bimba “morta ma vivissima”, piena di energica ironia, che con voce sapientemente infantile racconta la storia delle taverne romane emerse dalla terra e del mercato del pesce fino all’Impluvium che conduce alla soglia di un’antica Domus; mura e mosaici ben visibili, tangibili, disgregati e dissipati dal tempo o dall’incuria di un popolo negligente, forse, persino nella dimenticanza della propria storia. Testimonianze ancora tangibili, quindi, cui necessitano, per diventare “storia condivisa”, il racconto del modo in cui un tempo altra gente, altro popolo, ma nostra ascendenza viveva lì, sotto i nostri piedi, oggi; un tempo, alla luce del sole, come noi.
Come per un incantamento, collegati, “toccati”, riemergiamo, Animae e pubblico, nel cortile di San Lorenzo e lì, i testimoni solennemente ci salutano, ci rinviano alla notte, ormai giunta, alla vita di questo millennio duro, amaro né più né meno di altre epoche. Ci lasciano andare con riflessioni nella mente, di manchevolezze, non della Napoli in cui viviamo, ma di ognuno che la abita e che l’ha abitata, richiamati a una responsabilità che non sia di semplice “re-sistenza” bensì di “piena esistenza”.
Con le loro storie le Animae sono esemplari di una dimensione altra eppur presente; i “Testimoni del Tempo” incontrano il pubblico eterogeneo e esortano i napoletani stessi a divenire testimoni di una Napoli che forse non è mai “diventata” quella che potrebbe diventare e essere.
Osservatori, impetuosamente affettuosi, riconoscono che il proprio lascito non è stato raccolto. E allora sono ancora lì, a vagare tra il cortile e il sottosuolo di San Lorenzo, sicuri di trovare, prima o poi, tra i diversi curiosi che si aggirano per i portici, con l’intenzione di apprendere la storia di Napoli, finalmente qualcuno che degnamente prosegua il loro cammino di ribellione a credenze e “istituzioni” nefaste per la città.
Così lo spettatore si ritrova immerso nella Storia, partecipe di un eterno presente che d’altronde rispecchia quello di questa città dolente che mai forse si è realmente sollevata da ceneri mai veramente bruciate.
Personaggi e interpreti di Animae in San Lorenzo: Gianni Galepro Masaniello, Vittorio Passaro, Fanzago e Nerone Maurizio Capuano, Boccaccio Emanuele Iovino, Poppea Romina Strazzullo, Seneca Gianluca Cinque, Giovenale Vittorio Passaro, Fiammetta Ilaria Incoronato, l’Anima di San Lorenzo e la vispa bimba Ursula Muscetta. Regia di Maurizio Capuano.
La Compagnia NavigantInVersi molto dinamicamente si esprime in diversi ambiti relativi al teatro; ha infatti partecipato alla rassegna As(s)oli Giovani con “Quell’ultima corsa” di C. McCarthy e gestisce insieme a LunAzione ZTN (Zona Teatro Naviganti) un nuovo spazio teatrale che accoglie oltre ai propri lavori anche quelli di altre compagnie.
Dal 5 al 7 dicembre andrà in scena allo ZTN Da Vinci – Nomen Omen spettacolo di danza contemporanea ideato grazie alla collaborazione dell’associazione Dance et Ballet di Alessandra Granato, per la regia di Andrea Arionte e Simona Perrella.