
“La vita è un ballo, vissuta per il piacere di essere ballata”, parafrasando una battuta recitata in uno dei momenti più intensi dello spettacolo “All’apparir del vero” andato in scena nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale per la sezione Osservatorio del Napoli Teatro Festival 2018, si coglie il senso dell’esistenza tutta. Quell’esistenza donataci dalla natura maligna, così definita da Leopardi che qui è interpretato in modo impeccabile da Antonio Piccolo che è anche autore e regista dello spettacolo della compagnia Teatro in Fabula. E quindi è tanto malvagia questa natura che ha riservato al poeta lancinanti dolori fisici e una gobba così evidente che tanto gli ha causato derisione dai suoi compaesani di Recanati? Ma allo stesso tempo la stessa natura ha dotato il giovane anche di un’indiscutibile talento dimostrato a colpi di versi indimenticabili, e a questi quesiti risponde proprio la Signorina Morte, dal Leopardi tanto invocata nel corso del suo soggiorno in quella famosa Villa delle Ginestre di Torre del Greco.
Ed è proprio mentre il poeta è diviso tra il desiderio di scrivere e quindi lasciare una testimonianza ai posteri del suo pensiero e al contempo dilaniato dal dolore, invocando la fine dell’esistenza, ecco che si materializza l’ombra della morte, in carne ed ossa o meglio con una cascata di boccoli neri, una parlantina frizzante e le fattezze di una bella ragazza (interpretata dalla bravissima Melissa Di Genova) che a tutto rassomiglia fuorché ad un’immagine funerea. E da lì inizia un dialogo tra i due, fatto di versi declamati: “E il naufragar mi è dolce in questo mare…”, di walzer romantici, di ricordi e dolci invocazioni (era noto a tutti che il Leopardi era goloso di dolci e sorbetti), da lì inizia una guerra tra Vita e Morte, un ribaltamento di ruoli e intenzioni, può la Morte mettersi in sciopero e decidere che nessuno muoia più? E se sì quali sarebbero le conseguenze? Questo è quanto ha provato a immaginare e a mettere in scena, egregiamente, Antonio Piccolo: “E come potrebbero parlare questi due personaggi? La Morte in prosa, per quanto elegante; Leopardi, naturalmente, in versi (ma non endecasillabi e settenari: non avrei potuto reggere il confronto con il meraviglioso originale). Come se fosse un’operetta morale apocrifa, ho dunque immaginato il “Dialogo di Giacomo Leopardi e della Morte”. E ho anche ritrovato un vecchio amico: il poeta che ho amato sin da ragazzo”.
Il risultato è una messinscena godibile e perfettamente recitata, senza sbavature, con brio e professionalità, con la giusta alternanza di toni, restituendo un Leopardi insolitamente vivace, restituendo il ritratto di un uomo che è tutti noi, pieno di paure e insicurezze, attaccato alla vita più di quanto voglia ammettere.
All’apparir del vero. Dialogo di Giacomo Leopardi e della Morte
Testo e regia: Antonio Piccolo
Interpreti: Melissa Di Genova e Antonio Piccolo
Aiuto regia: Giuseppe Cerrone e Marco Di Prima
Disegno luci: Giuseppe Cerrone
Produzione: Teatro In Fabula
Fotografie: Federico Cappabianca e Flavio Ricci