Il desiderio è un concetto che si trova esattamente al centro tra realtà e sogno. E’ quella intenzione che riesce a trovare sfogo nell’azione e si realizza. Ciò accade più raramente per i sogni, dunque il desiderio è quella spinta necessaria per non farsi abbrutire completamente dal pensiero concreto del reale. Ed è il desiderio anche il fulcro principale del film d’animazione L’Arte della Felicita’ (evento inaugurale della Settimana della critica alla Mostra del cinema di Venezia – in uscita il 14 novembre) prodotto da Luciano Stella e firmato dal fumettista napoletano Alessandro Rak.
La storia ambientata in una Napoli piovosa – come al contrario di quanto si pensi accade spesso – racconta di Sergio, un ex pianista ora tassista. Sergio ha abbandonato la musica quando suo fratello maggiore, Alfredo, con il quale condivideva questa passione, ha lasciato Napoli per trasferirsi in India. La scoperta della vera ragione della partenza di Alfredo condurrà Sergio a rinchiudersi nel suo taxi, che diviene un microcosmo in cui la sua storia incontra quella dei passeggeri, grazie ai quali il protagonista del film troverà una nuova strada per la felicità. La chiave del film si dispiega in una delle prime cose dette alla radio da uno speaker radiofonico, “Siamo davvero noi la casa dell’anima o piuttosto la sua gabbia?”. [divider]Alessandro Rak, insieme al co-sceneggiatore Luciano Stella, cerca di portare in luce quanto le nostre paure siano in realtà la gabbia della nostra felicità, quanto ci costringano all’immobilità e soprattutto quanto dipenda solo da noi invertire la rotta. Un film estremamente emotivo che, nonostante qualche digressione temporale di troppo sui dialoghi, e qualche meccanicismo nella mancanza di struttura della trama, riesce a colpire dove deve, nell’anima appunto. Un desiderio a tutto tondo perché L’Arte della Felicità non è solo un film di animazione per adulti, è il primo film di animazione interamente prodotto a Napoli, e tra i pochi italiani; la post produzione curata dalla Mad Entartainement è stata affidata a tantissimi giovani creativi napoletani, che hanno realizzato le meravigliose tavole del film e le musiche originali (Antonio Fresa e Luigi Scialdone). [divider]Un desiderio che risponde anche alla necessità di non perdere la speranza; in una città, e se vogliamo in un paese, dove la creatività viene continuamente appiattita e la voglia di puntare in alto ripetutamente mortificata, un cospicuo gruppo di giovani talenti è riuscito a realizzare un desiderio che ha un valore personale, ma soprattutto collettivo, importante. Le migliori creatività musicali napoletane in campo per la colonna sonora, tra queste i Foja, oggi in uscita con il loro secondo album.
Caterina Piscitelli