
“Disagio minorile: un dialogo tra adulti e adolescenti”. Al centro del convegno tenutosi Lunedì 21 Gennaio presso il Maschio Angioino, diversi i temi trattati con i quali genitori, istituzioni, insegnanti, ma soprattutto i giovani si sono confrontati.

Droga, alcol, uso scorretto delle nuove tecnologie: sono questi, e tanti altri, i mali che affliggono le nuove generazioni di giovani. <<Piccole Bravate che fanno tutti>> è così che si liquida spesso una situazione oggi a limite; perché sono tanti i giovani adolescenti che, per noia, per sottrarsi agli sfottò dei gruppi, per dimostrare di essere forti e invincibili, cadono nel baratro della dipendenza. Un girone infernale nel quale, inconsapevolmente, sono trascinati anche gli stessi genitori che, impegnati a garantire il benessere familiare o semplicemente offuscati dall’idea del “figlio perfetto”, sono incapaci di captare i segnali di disagio dell’adolescente. Una situazione complessa intorno alla quale occorre necessariamente fare chiarezza, perché tante sono le domande che affliggono gli adulti: Come intervenire? Quali misure adottare per prevenire l’inevitabile?
Ci ha pensato bene il Comune di Napoli che, con l’Assessore alle Politiche Sociali Roberta Gaeta e il presidente dell’Associazione #31Salvatutti Federica Mariottino, ha promosso il convegno “Disagio giovanile: dialogo tra adulti e adolescenti”. Una mattinata ricca che ha stimolato il confronto tra adolescenti e adulti, coinvolgendo congiuntamente istituzioni, associazioni, genitori e diverse scuole del territorio.
Il punto di vista degli adulti: ecco le testimonianze
<<Non abbandonatevi in emozioni fugaci. Non attaccatevi a cose materiali>> è con questa esortazione che Gianpietro Ghildini – fondatore dell’associazione Ema Pesciolino Rosso – ha aperto la manifestazione. Una storia amara, la sua, dettata dalla perdita devastante di un ragazzo, suo figlio, di soli 16 anni.
<<Emanuele era un ragazzo bellissimo, solare, amava la vita>> – si racconta papà Ghildini << ma una sera, invitato ad una festa, gli diedero qualcosa che gli fece perdere lucidità.>> Di quella notte orribile, che ha spezzato per sempre la giovane vita di Emanuele, se n’è parlato tanto. Quello che resta oggi è la straordinaria forza di un papà che non si arrende mai, che ha “trasformato il dolore in amore”. A questo proposito, con la fondazione in memoria di Emanuele – appunto Ema Pesciolino Rosso– papà Gianpietro gira l’Italia, testimoniando la sua esperienza. Incontri – circa 1360 ad oggi – che mirano, unilateralmente, sia a scuotere le coscienze dei giovani, diffondendo la rivoluzione R.A.P.P, sia ad aprire le menti degli adulti, spesso troppo rintanati nei propri problemi e poco inclini all’ascolto. Il modello R.A.P.P, offerto dall’Associazione Ema, stabilisce alcune semplici regole di un sano vivere quotidiano, come: Ringraziare ogni giorno; Aiutare gli altri; Prepararsi (Culturalmente)e Perdonare.
<< Prendete in mano la vostra vita. Perseguite i vostri sogni e combattete per un mondo migliore>> è così che ha concluso il suo intervento Ghildini, rivolgendosi direttamente ai giovani studenti dei licei Mazzini, Pagano-Bernini, Serra e Umberto I. Una testimonianza, la sua, diretta, dolorosa, amara che ha commosso tutto il pubblico in sala.
Altra testimonianza forte e d’impatto, rivolta soprattutto ai genitori, è stata quella di Carolina Bocca, volontaria della fondazione Ema Pesciolino Rosso e mamma di ben quattro figli. << Spesso riversiamo sui nostri ragazzi delle aspettative troppo alte, facendoli sentire poco accettati e imperfetti. Questo è sbagliato>> commenta mamma Carolina << accettiamo i nostri figli, appoggiamo i loro sogni e creiamo con loro un’alleanza>>.
Clicca qui per vedere le interviste
Le iniziative del territorio: il progetto GET UP e il patto genitori – figli contro l’alcol
A parlare poi i Giovani del progetto ministeriale GET UP -Giovani Esperienze Trasformative di Utilità sociale e Partecipazione – che hanno mostrato al pubblico il cortometraggio “L’ultima Volta” realizzato dalla cooperativa sociale Locomotiva e dal Comune di Napoli. Il corto, che si è avvalso della collaborazione del regista Marco Benincasa, mette in evidenza le debolezze degli adolescenti, la facilità di inciampare nel vortice delle droghe e come, infine, si possa uscire dal pericolo con l’aiuto di professionisti e forza di volontà.
Gran spazio, infine, riservato alle proposte; il Comune di Napoli propone, per fasce d’età e municipalità, diverse opportunità come le Educative Territoriali, circa 26 sul territorio che incentivano le relazioni tra giovani pari, i Progetti Adolescenti e i Poli per le famiglie.
Altra proposta interessante è quella del’Associazione #31SalvaTutti che ha lanciato il Manifesto per un patto genitori-figli contro l’alcol. Il patto, diviso in 5 punti, persegue i seguenti fini: Responsabilizzazione e/è partecipazione attiva; Condivisione e/è sostegno; Parlare e/è confrontarsi; Rispetto e/è accettazione; Comunicare e/è trasmettere.
<< Dobbiamo metterci dalla loro prospettiva – commenta Federica Mariottino, presidente #31Salvatutti – dobbiamo smettere di pensare che noi possiamo, dall’alto della nostra esperienza, governarli. Cerchiamo di capire il disagio che si nasconde dietro il “divertimento” di sballarsi, capire se si tratta di mode, intercettarle e parlarne con loro attraverso questi nuovi metodi innovativi, come il Digital Social Innovation, che ci consentono di entrare nel loro mondo senza invaderlo.>>
Guarda qui la Gallery
( Fonte Foto: Fabio Andreozzi)