
Nuova tegola sugli Operatori Balneari.
Dopo la mannaia delle aste, la pezza a colori dei Project financing, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 138 del 24 giugno 2025, ha stabilito un principio rilevante per le concessioni demaniali marittime: chi ha debiti fiscali accertati oltre i 5.000 euro non può partecipare alle gare d’appalto. La decisione conferma la piena applicazione del Codice dei contratti pubblici (Dlgs. 50/2016, ora sostituito dal Dlgs. 36/2023) anche alle concessioni balneari.
In particolare, viene ribadita la legittimità dell’esclusione automatica prevista dagli articoli 94 e 95 del nuovo codice, per chi ha violazioni fiscali gravi e definitive. Secondo la Corte, tale misura non è né irragionevole né eccessiva, ma serve a garantire trasparenza, correttezza e parità tra i concorrenti.
Il Consiglio di Stato aveva sollevato dubbi sulla proporzionalità della norma, sostenendo che anche debiti di modesta entità potevano causare l’esclusione da gare di grande valore. Tuttavia, la Corte ha ritenuto la disciplina conforme alla Costituzione, sottolineando l’importanza di evitare vantaggi indebiti per chi non rispetta gli obblighi fiscali.
La soglia dei 5.000 euro resta dunque un limite rigido: superarla comporta l’esclusione automatica, senza possibilità di valutazioni discrezionali da parte dell’ente appaltante. Questo principio si applicherà anche alle future gare per le concessioni balneari, che dovranno essere assegnate entro il 2027 secondo quanto previsto dalla legge 116/2024.
Infine, pur confermando la legittimità della norma, la Corte ha invitato il legislatore a considerare eventuali modifiche, come una revisione della soglia o l’introduzione di eccezioni per chi salda il debito prima della gara.
Forse perché si parla di mare, ma qui si naviga proprio a vista…