
Sanremo 2025. Carlo Conti attracca con successo la grande nave del festival nel porto sanremese. Super attesa dopo i 5 festival targati Amadeus, sfida ardua ma non per il degno erede del Pippo nazionale che porta a casa ascolti da record firmando primati stellari nel libro mastro della Rai. I 29 big in gara sono stati ascoltati tutti senza palpebra calata grazie alla conduzione tipica contiana, basata sulla velocità e sull’attenzione di ogni persona attaccata al televisore. L’idea di abolire i monologhi, spesso noiosi, ipocriti, inutilmente basati sul politicamente corretto e lunghi quanto la “Divina Commedia” recitata da Benigni (ospite nella penultima serata all’Ariston), ha reso il tutto ancora più piacevole.
I co-conduttori hanno fatto il loro, chi bene e chi meglio… se fosse rimasto a casa, ma in fin dei conti niente di tanto grave da far storcere il naso o cambiare canale. L’unica nota stonata, (mai modo di dire fu più azzeccato) oltre che in qualche canzone di alcuni big in gara, è stata la classifica finale annunciata dal brillante Alessandro Cattelan, “l’abbracciona” Alessia Marcuzzi e dal padrone di casa Carlo Conti.

All’ultimo posto una veterana del panorama della canzone italiana Marcella Bella. Un immeritato 24esimo posto alla voce blues pugliese, Serena Brancale. Noemi ed Elodie si aggiudicano il 12esimo e il 13esimo posto. Un incommentabile 10esimo posto per i Coma_Cose, anche meno. Un fischiatissimo 7imo posto ad Achille Lauro. L’artista romano dalla parlata sbiascicata ha detto ai microfoni che “Non c’è riconoscimento più grande di essere amato così”, concedendosi al suo pubblico e non accusando particolarmente un podio mancato.
La posizione che ha davvero fatto, e ancora fa tanto discutere, a quasi una settimana dalla fine della 75esima festa della canzone italiana, è la posizione in classifica di Giorgia: solo sesta!

Se il teatro Ariston non è crollato durante il medley dei successi storici dei Duran Duran, a questa notizia hanno subito messo le impalcature da restauro. Fischi e boati di dissenso hanno fatto da cornice allo stupore palese anche sui volti dei tre annunciatori. Figlia del cantante Giulio Todrani e della penna al veleno Elsa Giordano, Giorgia è tra le voci più belle che l’Italia può vantare, a livello internazionale. Il premio TIM è materialmente poco per un talento come il suo che riesce ad emozionare ancora quel pubblico che si aspetta da Sanremo il belcanto. Giorgia rivendica la categoria ormai troppo schiava di tecnologie che permettono a chi non ha mai preso una lezione di canto di calcare lo stesso palco di chi, con la sua voce, ha fatto storia e ha fatto piangere e non di sdegno.
In un noto programma radiofonico ha parlato Mogol, che ha criticato Giorgia, invitandola gratuitamente, nella sua scuola perché “canta come 30 anni fa”… ma meno male! Dio benedica voci come la sua e che ignori ciò che ha detto uno dei parolieri più importanti della canzone italiana. Un uomo che con la sua scrittura ha reso immortali emozioni attraverso le voci non artefatte di cantanti come: Battisti, Mina e Celentano, Morandi, Cocciante e Gianni Bella; un poeta che dovrebbe difendere a spada tratta chi, ancora oggi, nonostante maligne tecnologie ingannevoli, fa della propria voce strumento di elevazione a realtà oniriche, in cui è possibile arrivare a livelli emozionanti solo con l’ascolto di voci uniche come quella di Giorgia.
Il festival di Sanremo ha perso l’occasione di concedere il meritato primo posto alla cantante “de Roma” che però, ormai comodamente e meritatamente siede sul gradino più alto dell’Olimpo dei cantanti, si nutre dell’amore incondizionato del suo pubblico, che vale di più di qualsiasi classifica, parafrasando le parole eleganti e signorili di Carlo Conti.