
Foto teatro.it
Spade che tintinnano mentre gli spettatori prendono ancora posto in platea, a luci spalancate. I tre protagonisti sono già lì, sul palco ad osservare il pubblico. I primi 10 minuti dello spettacolo se ne vanno così, con un crescente spaesamento che aleggia in sala, innescato dalla ridondante – quasi robotica – ripetizione del tintinnìo delle lame, brandite dai due amici e contendenti, Cirano e Cristiano.
Certamente tra i più originali remake teatrali della celebre opera Cyrano de Bergerac di Edmon Rostand – in una versione “per tre voci” – la rilettura a firma di Leonardo Manzan e Rocco Placidi è originale, attuale e certamente evocativa, imperniata com’è sulla dialettica rap, con i due contendenti che si sfidano in un duello che incarna una battle rap, fatta di serrato freestyle ed efferato dissing.
Cirano sul palco ha il cappuccio nero alla “Liberato” e, fedelmente al Cyrano dell’opera madre, ha una lingua tagliente, è polemico e non risparmia invettive neppure al pubblico in sala, da lui continuamente invitato a prender parte alla battle. In sala si aggira Rossana, la donna bramata dai due co-protagonisti, che incede tra gli spettatori, quasi a voler rompere la finzione scenica, in veste di protagonista e narratrice della storia, interpretata da una sorprendente Paola Giannini.
Il racconto della tragica relazione triangolare va avanti serrato e, sulle musiche originali di Franco Visioli e Alessandro Levrero, il pathos cresce inesorabile, così come incalza l’intensità delle liriche rap di Cristiano e Cirano, con quest’ultimo in particolare che – in un momento dal pregnante valore letterario – esprime il suo disprezzo verso il mondo circostante, intriso della subdola necessità di esser a tutti i costi gentile, ossequioso, accondiscendente con gli altri al solo scopo di poter raggiungere i propri obiettivi, i propri traguardi; un mondo brutale in cui non c’è spazio per voci contro.
Coinvolgente, serrato, dal buon ritmo, in circa 1 ora e mezza il viaggio nella tragi-commedia di Rostand regala allo spettatore uno spettacolo godibilissimo, fresco e – per certi versi – con le stimmate del teatro d’essaie.
Lo spettacolo è in cartellone al Teatro Bellini di Napoli sino al 21 aprile.