

Lieto evento allo Zoo di Napoli. È venuto al mondo, da circa un mese nel quartiere di Fuorigrotta, un cucciolo di pantera nera a cui è stato dato il nome, manco a dirlo, di Victor. Ogni riferimento al bomber nigeriano, capocannoniere della Serie A, protagonista tra gli artefici del terzo scudetto del Napoli, forse, non è puramente casuale.
Torna a Napoli la pantera nera
Dopo la triste dipartita di Moro, detto il “Micione”, il leopardo melanico arrivato nel 2018, ospitato nello zoo per tre anni e deceduto a causa dell’età avanzata (19 anni), dall’ottobre 2021 il vuoto è stato colmato con l’arrivo di 2 esemplari di giaguaro (Panthera onca). Allo stato attuale lo zoo di Napoli è l’unico ad ospitarne una coppia riproduttiva. Si tratta dei predatori più grandi del Sudamerica: un maschio e una femmina. La femmina, elegante e sinuosa, è un esemplare melanico, ovvero nero. I due meravigliosi gattoni sono diventati genitori, sotto l’ombra del Vesuvio, di Victor, riportando a Napoli la pantera nera.
Ma come nasce una pantera?
La pantera non è una vera specie animale, ma un genere. In zoologia il genere Panthera comprende il leone (Panthera leo), la tigre (Panthera tigris), il leopardo (Panthera pardus), il giaguaro (Panthera onca) e il leopardo delle nevi (Panthera uncia). Quando si parla di “pantera nera” non ci si riferisce a nessuna di queste specie in particolare, ma a qualunque esemplare di questo genere che presenti melanismo (eccesso di pigmento), l’opposto dell’albinismo (carenza di pigmento). Gli esemplari neri sono più comuni tra i giaguari e nei leopardi. In realtà il manto è composto da macchie nere su sfondo nero dove la pigmentazione, dovuta alla melanina, appare nera. Il fenomeno è il risultato di una serie di mutazioni genetiche, derivanti da cambiamenti climatici e, in ogni caso, legate all’ambiente. Il melanismo offre alcuni vantaggi a questi animali, come la mimetizzazione e la regolazione della temperatura corporea. Tale favorevole mutazione genetica ha colpito principalmente gli esemplari diffusi nelle foreste più fitte dove penetra davvero pochissima luce. Questa particolare pigmentazione permette, infatti, all’animale di mimetizzarsi meglio nella fitta vegetazione della foresta tropicale in cui vive.

Abitudini e caratteristiche di questo magico felino
La pantera è un animale abbastanza solitario, ma durante il periodo degli amori si susseguono scontri sanguinosi per contendersi le femmine. Dopo l’accoppiamento il periodo della gestazione si prolunga per circa novanta o cento giorni e di solito termina con la nascita di due piccoli, a volte soltanto uno. Il corpo della Pantera nera può avere una lunghezza che varia tra 1,20 e 1,80 metri, un’altezza che può sfiorare 1,20 metri per un peso massimo di 100 kg. La testa non è molto grande e le orecchie appuntite sono una peculiarità che le contraddistingue. Abili cacciatori, sono dotati di un’importante mascella, con denti molto forti e affilati, che può sollevare anche prede molto più pesanti di lui. Un adulto consuma da 1,5 a 2,5 kg di carne al giorno cibandosi di gazzelle, scimmie, antilopi, zebre, facoceri, “scimpanzé babbuini”, roditori, uccelli, pesci e serpenti.
Parliamo, comunque, di un animale molto elegante e slanciato, capace di arrampicarsi con molta facilità tra gli alberi su cui solitamente trascorre grande parte delle sue giornate. Gli occhi della pantera sono molto grandi ed hanno l’iride giallastro e pupille rotonde, adatte al tipo di vita notturna che conduce, inoltre, è in grado di mettere a fuoco un campo più ampio di quello dell’uomo di ben il 10%. La pantera ha artigli molto affilati retrattili in astucci cornei che vengono estratti grazie ad un sistema di legamenti elastici solo quando si arrampica sugli alberi o durante le fasi di caccia.
Un exhibit fattapposta per loro
A differenza delle pantere nere che vivono in sud America, in Africa ed in Asia, questa giovane famigliola vive nello zoo di Napoli, in un exhibit pensato per assecondare proprio le loro esigenze. Per garantire il benessere fisico e psicologico degli animali, è stato studiato dai keeper dello zoo, un arricchimento sensoriale ed ambientale dell’area messa a disposizione. Ogni giorno vengono proposte attività diverse che permettono di mantenere gli esemplari sempre in attività e di procurarsi il cibo in zone del recinto sempre diverse da scoprire volta per volta. In questo modo vengono stimolati i sensi e tutti i comportamenti tipici della specie come se fossero nel loro ambiente naturale. Insomma non gli è andata proprio male a questo nuovo arrivato che, come il suo omonimo, già può vantare molti titoli tra cui quello di capocannoniere di tenerezza.