

Con un paio di giorni di anticipo sull’incoronazione di Carlo III d’Inghilterra la squadra del Napoli, alla Dacia Arena di Udine quasi tutta addobbata d’azzurro, è stata finalmente proclamata regina della Serie A stagione 2022-2023. La storia attendeva solo una data, infatti, il percorso imperioso fatto durante il campionato ed il vantaggio accumulato non davano margini di sorta alle inseguitrici.
Lo scudetto è servito
Finalmente, dunque, il momento tanto atteso è arrivato: a cinque giornate dal termine, lo scudetto, pappuliato a puntino, è stato servito a cena il 4 maggio. La storia così si ripete dopo 33 anni e un’emozione di gioia straripa da una città rimasta a secco per troppo tempo.
Napoli, sei Campione d’Italia. Un traguardo meritatissimo e riconosciuto da tutti, tranne dagli invidiosi che, con il loro atteggiamento, non fanno altro che accrescerne la superiorità. Un pensiero va a quanti, purtroppo, non hanno fatto in tempo a godere di questo momento di felicità. Dedichiamo questo tricolore anche ai nostri cari: a Franca, a Sasà, a Tommaso, avvolti nelle loro sciarpe azzurre nel cielo.
Chi è stato l’artefice di questo traguardo?
I ringraziamenti e i complimenti vanno fatti a tutto lo staff della SSCN. In primis al Presidente De Laurentiis, a Giuntoli e al tecnico Spalletti, i 3 condottieri artefici del nuovo Napoli. La società con una mossa coraggiosa è riuscita ad abbassare il monte ingaggi, sostituendo i tanti giocatori che erano andati via e riuscendo a costruire un gruppo coeso sotto la guida di un tecnico importante. Un ringraziamento speciale meritano i ragazzi della squadra che, con impegno ed umiltà, si sono resi autori di una stagione strepitosa e straordinaria, lottando uniti contro tutto e tutti. Soprattutto contro un sistema che ha visto festeggiare sempre le solite squadre.
Un punto alla Dacia Arena che vale il campionato
E proprio alla 33sima giornata è arrivato il punto mancante che il Napoli cercava per laurearsi campione d’Italia per la terza volta. Dopo aver mancato il match point domenica scorsa contro la Salernitana, che avrebbe regalato alla squadra di Luciano Spalletti il primato assoluto con sei giornate d’anticipo, il Napoli è dovuto arrivare fino a Udine per conquistare, e non senza fatica, il sigillo decisivo. La rete a inizio ripresa del solito Osimhen ha annullato quella nel primo tempo di Lovric e ha messo fine alla spasmodica attesa per l’inizio delle celebrazioni. Al triplice fischio finale si è aperto il sipario su una notte indimenticabile, prologo di un programma di festeggiamenti che culminerà il 4 giugno, con l’ultima giornata di campionato.
Una notte indimenticabile
In tutto il mondo si festeggia lo scudetto del Napoli, da New York a Buenos Aires. In città, dai Quartieri spagnoli fin su in collina, al Vomero, i festeggiamenti per il terzo scudetto del Napoli si protraggono fino all’alba. Nelle vicinanze di largo Maradona si canta. Il primo coro e la prima dedica è per Diego, perché chi ama i colori azzurri non dimentica. In migliaia cantano l’inno di Maradona tra sventolio di bandiere e fumogeni. In piazza Plebiscito ci sono almeno ventimila persone. Migliaia anche in piazza Trieste e Trento. Una fiumana di persone passa per il rione Sanità mentre il delirio si spande tra Decumani e Lungomare. Napoli è una bolgia in festa in ogni angolo.
Quando vince il Napoli…
Una annata incredibile che ha travolto i napoletani di tutto il mondo, tifosi e meno tifosi perché, come diceva Benedetto Croce, ”Non capirò mai la passione dei miei concittadini per il gioco del pallone e per il Napoli. Ma quello che capisco ancor meno è perché, quando il Napoli vince, sono contento pure io.”