

Debutta questa sera, 27 gennaio, e si replica fino al 29 (venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.30), al Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano, la nuova produzione della compagine sangiorgese: ”Qui sosta in silenzio, ma quando ti allontani… parla!” Rappresentazione che ci riporta ai tempi del nazismo, mostrandocelo da un altro aberrante punto di vista, forse sconosciuto ai più. Ancora una volta il Centro propone un modo diverso, un taglio originale per portare in scena vita, storia, cultura.
Lo spettacolo, infatti, punta i riflettori sulla follia che portò alla soppressione di oltre duecentomila disabili tedeschi e che permise di mettere a punto metodi poi utilizzati per lo sterminio degli ebrei. Tale programma, attuato nell’ambito dell’Eugenetica e dell’igiene razziale, argomenti assai diffusi nella Germania di quegli anni cupi, mirava a diminuire le spese statali derivanti dalle cure e dal mantenimento nelle strutture ospedaliere dei pazienti affetti da tali disabilità. “Un disabile costava la bellezza di 1460 marchi l’anno… tenerli in vita era improponibile e per giunta in guerra. E poi si sa, con i matti e gli storpi non si va da nessuna parte”.
La trama

La storia è quella di Troilo Mazür, un uomo tedesco con disabilità mentali, figlio di un colonnello ucciso in un agguato. Il disabile dovrà dimostrare di non essere affetto da malattie tali da farlo rientrare nel programma T4, che prevedeva il diritto dello Stato a sopprimere le cosiddette “Lebensunwertes”. Leben, vite indegne di essere vissute, “mentalmente morte”, anche definite “gusci vuoti”! Un’infermiera nazista, mandata a valutare le condizioni dell’uomo per decidere se sottoporlo o meno al programma, detto anche “Olocausto minore”, cercherà di salvarlo a tutti i costi.
Una pagina tristemente nota della nostra storia, incentrata su vicende meno note, ma che nel nome della cultura andrebbero forse conosciute da tutti, perché, come dice Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre“.

In scena i patron del teatro, Cristina Ammendola e Vincenzo Borrelli, che della messinscena firma anche adattamento e regia. Scene di MAVART, luci di Chiara Rita Aprea, scelte musicali e videomaking di Antonio Tatarella.
Info e prenotazioni: 338/416 7668 – 081/574 4936