
La Legge n. 215/2021, di conversione del D.L. n. 146/2021, sembrava avere tolto definitivamente ogni dubbio sull’annosa questione dell’esenzione IMU nel caso di coniugi residenti in Comuni diversi.
Ma così non è stato !
Facciamo una breve ripasso della questione.
Ai fini IMU, si considera abitazione principale esente dall’imposta l’unità immobiliare in cui il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente.
E se il problema pare non porsi se gli immobili si trovano nello stesso Comune, perché l’esenzione spetta soltanto per uno di essi, la questione si è presentata decisamente variegata nell’ipotesi di Comuni differenti.
Vediamo meglio.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) aveva chiarito (abbastanza generosamente, diciamolo) che, in questa ipotesi, l’esenzione spetta per entrambe le case, sulla base della considerazione che, è vero che ci possono essere casi di elusione (gente che vive in città, ma formalmente risiede nelle più rinomate cittadine di mare o montagna), ma questo pericolo doveva essere bilanciato dalla reale, quanto effettiva necessità di dover trasferire la proprio residenza anagrafica per esigenza, per esempio, lavorative.
A complicare mirabilmente le cose ci aveva pensato la Corte di Cassazione che, con svariate sentenze, (decisamente ingenerose, diciamo pure questo) ribaltava l’orientamento del MEF per cui l’esenzione non solo non poteva spettare ad entrambe, ma addirittura non poteva spettare a nessuno delle due.
Orientamento eccessivamente penalizzante e connotato da un una forte disparità di trattamento tra le due casistiche.
Per questo era intervenuto l’art 5-decies, comma 1, del DL n. 146/2021, convertito con modificazioni dalla Legge n. 215/2021, che, escludendo a priori la distinzione delle due casistiche, con la dichiarata finalità di eliminare la disparità di trattamento che si era venuta a creare con le sentenze della Cassazione, ammetteva l’esenzione per uno dei due immobili, a prescindere dai Comuni in cui sono localizzate le unità immobiliari.
Ma la questione non è finita qui perché, nonostante la pace firmata dalla legge dell’autunno scorso, i Giudici potrebbero rimettere in ballo la questione ed interpretarla differentemente (come è già successo)
Ed ecco che la decisione è passata per il vaglio della Corte Costituzionale, che non è caso è chiamata il “Giudice delle Leggi”.
La Corte, ora, dovrà valutare se questa Legge è conforme agli articoli 3,31 e 53 della Costituzione: ovvero quelli relativi all’uguaglianza di tutti i cittadini, alla protezione delle famiglie e al dovere dei cittadini di concorrere con le proprie imposte alla spesa pubblica. della Costituzione.
In pratica alla Consulta è venuto un dubbio atroce, sulla base del presupposto che l’esenzione IMU è collegata non alla residenza del possessore dell’immobile ma a quella del nucleo familiare. E si è chiesta: vuoi vedere che fare parte di un nucleo familiare è discriminatorio e quindi paradossalmente è uno svantaggio, rispetto ad un cittadino che ha case sparse per tutto il territorio nazionale, ma è single?