
Il palcoscenico e la platea del Teatro Costanzi, a Roma, aprono il sipario al protagonista ed ai personaggi del capolavoro di Rossini, “Il Barbiere di Siviglia“. Una performance in una sala deserta, a tratti spettrale, vero e proprio film realizzato a porte chiuse e trasmesso da Rai 3 Cultura, uno snodo di fili che rassomiglia ad una gabbia-ragnatela, senza pubblico ed applausi.
Al timone della regia Mario Martone, con la direzione d’orchestra di Daniele Gatti in occasione dell’inaugurazione della Stagione del Teatro dell’Opera di Roma. Audace la scelta di declinare in modo insolito la lirica, ribadendone l’importanza ed ergendola a pilastro della cultura, malgrado le difficoltà del periodo orrendo in cui viviamo. A tal proposito la citta’ eterna sigilla un patto perpetuo con la tradizione musicale, come era gia’ avvenuto l’estate scorsa al Circo Massimo durante il debutto de “Il Rigoletto“, sempre cinematografico e per la regia di Damiano Micheletto, la prima grande produzione in epoca di Covid 19, realizzata nell’arco di poche settimane nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e del distanziamento sociale.
L’opera buffa di Rossini è stata studiata in un mese, girata in tre giorni alla fine della scorsa settimana, con un montaggio portato a termine ieri.
Martone ha descritto la dinamica della realizzazione partendo dagli aneddoti più disparati, a partire dal maestro Gatti che percorre a bordo di uno scooter con Figaro una Roma “Citta’ gialla” per giungere al Teatro ai filmati d’epoca in bianco e nero passando attraverso quelli più recenti con il pubblico in platea tra il fugace arrivo di Anna Magnani, Francis Ford Coppola e sua figlia Sofia, per finire con Maria Callas. I personaggi si destreggiano sul palco, militando tra le file delle poltrone, i balconi ed il foyer tramutato per l’occasione in set e nei passaggi in cui sono ravvicinati indossano, come la maggior parte dei musicisti dell’Orchestra, la mascherina nera, inconfutabile testimone dell’odierna e triste realta’. Questa “rivoluzionaria” rilettura dell’opera rossiniana, che prende spunto dal drammaturgo francese Pierre Beaumarchais, le conferisce un’attrazione disarmante.
Anna Biagiotti torna ad essere la regina della scena grazie ai suoi costumi. Le costumiste accompagnano gli attori per il cambio d’abito “Dal vivo“, i tecnici per spostare le scale ove necessario o per abbassare le luci.
Impareggiabili gli interpreti, dal Figaro interpretato da Andrzej Filończyk (a dispetto della sua giovanissima eta’) , a Ruzil Gatin che veste i panni del Conte d’Almaviva, a Vasilisa Berzhanskaya, ad Alessandro Corbelli. Nel cast presenti anche Alex Esposito nel ruolo di Don Basilio, Patrizia Biccire‘ e Roberto Lorenzi.
Un’opera lirica in chiave cinematografica, con i vari personaggi seguiti passo passo dalle videocamere sia sul palco che dietro le quinte. “Si apre una finestra tenuta chiusa fino ad ora, ma spesso è bello aprire la finestra e prendere una boccata d’aria fresca“, ha dichiarato il regista Mario Martone alla vigilia dello spettacolo. “Non si può certo negare, ipocritamente, l’angoscia suscitata dalle poltrone vuote e dall’ anomala assenza di pubblico. I frammenti in bianco e nero che mostrano il teatro affollato da un lato rappresentano un inno di forza, e di primo acchito riescono a lasciare alle spalle l’horror vacui che ci circonda ed il ricordo delle liete stagioni trascorse”.
“La visione del Barbiere ha destato forti emozioni. Un atto d’amore per un tempio dell’arte purtroppo in crisi ma che sta lottando per tornare alla ribalta con maggiore ardore di prima. E questo spettacolo ne è la prova“; queste le parole del Sovrintendente dell’Opera di Roma Carlo Fuortes.
“Questa produzione è un dono all’Opera, al mondo lirico ed al nostro Teatro. Si è avverato un desiderio espresso un mese fa, e devo ringraziare Daniele Gatti e Mario Martone, senza i quali il progetto non avrebbe mai preso forma. Oltre a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte, si intende.
Un grazie infine, ma non in ultimo, alla Rai, conferma d’eccellenza nel settore“. Fuortes è convinto che una rappresentazione fuori dal comune come quella messa in scena al Costanzi permetta di allargare la platea e di incrementare nuovo pubblico.
La notte di Capodanno la Rai trasmetterà nuovamente il capolavoro.