
Si sa, nei momenti di necessità la gente dà il meglio di sé, alle volte anche in senso negativo.
Da un lato assistiamo quotidianamente all’immane sforzo del personale sanitario che continua a fare il suo lavoro, sebbene esponenzialmente aumentato e con il rischio costante del contagio. Dall’altro assistiamo ad episodi di inciviltà, come chi violi deliberatamente la disposizione di retare a casa, fino ad arrivare allo sciacallaggio, furti e mercato nero di presidi sanitari atti a contenere il virus.
Infatti già a fine febbraio si sono registrati furti di mascherine chirurgiche dal blocco operatorio dell’ospedale di Imperia. E dall’inizio di questo mese i raid si sono diffusi velocemente, così come si è diffuso il virus: a Parma due operatori sanitari hanno saccheggiato le scorte per poi rivendere tutto a prezzi stratosferici (fino a 70 euro al pezzo), prima di essere rintracciati dalla Guardia di Finanza.
Nel Lazio, all’ospedale di Cassino sono stati forzati gli armadietti degli infermieri, per portare via le preziose mascherine. Altri furti ancora si sono registrati negli ospedali di Torino, Sanremo, Arezzo, Bari ed ancora in provincia di Brindisi (Perrino), Messina (Piemonte di Messina) e di Carbonia- Iglesias (Sirai) insomma un vero e proprio “giro di Italia” di ladri.
Poi c’è chi ha preferito aggirare le maglie del reato di furto dedicandosi ad un altro tipo di reato: vendere prodotti di prima necessità, come disinfettanti e mascherine, a prezzi esorbitanti o offrire mascherine protettive prive del marchio CE. Ebbene queste condotte configurano, nel primo caso, il reato di «manovre speculative su merci» punite dall’articolo 501-bis del codice penalee nelsecondo la «frode in commercio» (articolo 515 del Codice penale).
Poiché con la paura del contagio le tradizionali forme di commercio sono limitate, già a fine febbraio sono scattate le prime indagini sui colossi di vendite on line Ebay ed Amazon, dove venivano venduti a prezzi gonfiati prodotti utili a prevenire la diffusione del virus. Solo per citare qualche esempio su Amazon, , il famosissimo gel disinfettante Amuchina, in blister da 12, è arrivato a costare 200,00 euro, quando il suo normale prezzo di listino per ciascun flaconcino è di circa 4 euro.

La confezione da 5 pezzi di alcune mascherine con presunte speciali valvole “ideali per Coronavirus” sono state messe in vendita a 189 euro. Per questo motivo, proprio pochi giorni fa.
Per questo motivo, proprio pochi giorni fa, l’Antitrust ha aperto una indagine su Amazon e Ebay per “claim ingannevoli ed eccessivi aumenti dei prezzi” su questi presidi sanitari.
Dai colossi della vendita online alla speculazione spicciola il passo è stato breve.
Purtroppo anche a Napoli qualcuno sta dando il meglio del peggio di sè ed in poche settimane abbiamo fatto un salto all’ indietro – in tutti i sensi – di più di 70 anni, ritornando al periodo del mercato nero della commedia “Napoli Milionaria”, solo che al posto del pane e dello zucchero, si contrabbandano altri beni introvabili come l’Amuchina e le mascherine protettive.
E – laddove non si tratti di bene introvabili – in città stiamo assistendo ad aumenti ingiustificati nei beni di prima necessità tipo latte e frutta, in piccoli negozi, così come nei supermercati
E’ la dura legge dell’Economia: il prezzo lo fa il mercato, anche e soprattutto se è “nero”.
Gli agenti dell’Unità Operativa Chiaia e dell’U.O. Tutela Emergenze Sociali della Polizia Locale, nell’ambito dei controlli volti a contrastare il fenomeno degli aumenti dei prezzi di vendita dei prodotti di prima necessità, hanno prima verificato che una Farmacia in zona Chiaia mostrava in vetrina prodotto ad alta richiesta, quali mascherine, gel igienizzante per mani e guanti monouso applicando aumenti sproporzionati e speculativi rispetto a quelli ante emergenza. Dopodiché è partita la denuncia per il titolare e il sequestro della merce.
I carabinieri della tenenza di Melito hanno denunciato un 31enne incensurato del posto – titolare di una ferramenta – perché vendeva mascherine sanitaria, priva del marchio “CE” e di indicazioni sulla tracciabilità. al prezzo di 8 euro ciascuna.
L’unico rimedio a disposizione del consumatore è DENUNCIARE alla Guardia di Finanza o alla Polizia Locale queste condotte illegali, perché il titolare subirà, oltre alla denuncia – che in alcuni caso potrebbe lasciarlo indifferente – anche il sequestro immediato della merce venduta a prezzi gonfiati.
La speranza è che, quando passerà la nottata, ci sveglieremo più onesti di quando ci eravamo “addormentati”.
Chi vivrà – è proprio il caso di dirlo – vedrà.…