
Il giorno 8 febbraio 2020 si è spenta Mirella Freni, sorella di latte di Luciano Pavarotti di cui poi fu amica e compagna di palcoscenico.
Mirella Freni, nata a Modena il 27 febbraio 1935, è stata la più autentica interprete della grande scuola sopranile italiana post-Callas/Tebaldi.
Già a 10 anni aveva stregato gli ascoltatori cantando “Un bel dì vedremo” a un concorso Rai.
Il debutto, quello vero, arriva quando appena 20enne è Micaëla in una produzione di “Carmen” del Comunale di Modena, il teatro della sua città oggi intestato a Luciano Pavarotti.
Diverse produzioni in Italia e in Europa e nel ’62 è già alla Scala, dove sostiene la parte di Nannetta nel “Falstaff”, prima tappa di una storia scaligera che pochi altri cantanti potrebbero vantare altrettanto continuativa e prestigiosa.
Già a metà degli anni Sessanta, la Freni è una cantante che può permettersi di dire un si e dieci no e di accettare le proposte più attraenti e più corrette per la propria carriera.

Il primo personaggio che le viene associato, nella percezione di tutti, è quello di Mimì della “Bohème”.
Non c’è figura di donna nel teatro pucciniano che non abbia interpreto con altrettanta devozione. Anche nel repertorio verdiano e donizettiano ha sempre detto la sua, così come nell’ambito del Verismo e nell’opera francese del secondo Ottocento.
Quando era giovane, ha offerto contributi di un certo interesse anche nelle opere mozartiane di lingua italiana.
Mirella vantava facilità ad entrare nel personaggio delle numerose parti che ha sostenuto.
Herbert von Karajan, che per lei aveva una speciale predilezione e che l’ha lanciata ai più alti livelli, la rimproverava di essere pigra. Il fatto che venga tutto facile e naturale non significa che non si possa andare ancora oltre.
Mirella Freni fece tesoro di quegli insegnamenti tanto autorevoli, diventando un punto di riferimento per generazioni di soprani lirici che l’hanno presa a modello. Ed è anche divenuta, quando la voce ha cominciato a non essere più quella di prima, una formidabile didatta, come lo sono i musicisti dall’istinto infallibile ma dalla consapevolezza stilistica ancora più marcata.