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Proseguendo nell’esplorazione del panorama musicale emergente italiano con “Interviste di Nick“ cci lasciamo alle spalle la rock band degli Overcoma, per incontrare un’altra giovane formazione, di stampo prettamente Punk: sono i BlueSide.
Band originaria di Sonnino, nata nel 2016 grazie alla collaborazione musicale di Simone Cecconi (basso e voce), Domenico Rufo (chitarra) e Daniele Rufo (chitarra e cori). Il quadro musicale si chiude poi con l’aggiunta alla batteria di Pietro Brusca, successivamente sostituito da Mario Talocco.
Il loro repertorio è incentrato su sonorità taglienti come il Punk, non a caso si ispirano a grandi band americane come “The Offspring“, “Blink 182” e “Green Day“, di cui hanno portato sul palco alcune cover.
L’obiettivo del gruppo è di trasmettere una musica di impatto, una ragione di vita che è dea di forza vitale e pura energia!
Nel 2016 hanno passato le selezioni del Tour Music Festival a Frosinone per poi esibirsi Roma.
Nel 2017 hanno superato anche le selezioni del Festival musicale Internazionale “Anime di Carta”, esibendosi diverse volte nella Capitale, oltre a suonare in diversi locali e feste della provincia di Latina.
Nel 2018 esce il loro primo album in studio, “Small Town, Good Wine & Sad People”, un album molto ironico sulla società moderna con chiare influenze Punk. Grazie a una collaborazione con MusicRaiser ottengono i fondi per pubblicarlo e i BlueSide iniziano a farsi conoscere nella scena laziale, continuando ad esibirsi in vari locali grazie ancora al Festival “Anime di Carta” e MovimentoMusica, ricevendo ottime critiche e complimenti per il lavoro svolto.
Nel Luglio 2018 partecipano al PopRock Music Festival, tenuto da Angelo Anselmi, a Montesilvano, ottenendo un grandissimo successo e portando a casa un ottimo secondo posto. Il 15 marzo 2019 l’album d’esordio ” Small Town, Good Wine & Sad People vede la sua uscita su tutti i store digitali.
Recentemente, nel corso di questa estate, hanno avuto una collaborazione con il batterista Mario Riso nonché fondatore dei “REZOPHONIC” e “MOVIDA” presso lo studio di registrazione del batterista.
Dopo questa ricca presentazione, andiamo a scoprire le risposte dei BlueSide alle nostre 10 domande:
Scopri link e contatti utili alla fine dell’intervista

1) Per cominciare, qualcosa sul vostro background: come è iniziato il vostro percorso artistico e come siete diventati la formazione che siete oggi?
BlueSide: Il nostro percorso artistico parte da molto lontano, ben prima della formazione dei BlueSide. Domenico e Daniele Rufo, i due chitarristi, essendo fratelli suonano insieme da quando erano solo ragazzini e spesso si sono ritrovati in formazioni di cui faceva parte anche Simone Cecconi (basso e voce dei BlueSide) essendo uno dei pochi bassisti della zona. Dopo varie avventure con diverse band noi tre, stanchi delle solite cover band in cui si diceva sempre “facciamo questa canzone perché piace alla gente”, abbiamo deciso di incominciare un progetto in cui poter suonare qualcosa che piacesse a noi prima che a gli altri e così sono nati i BlueSide. A questo segue la ricerca della stabilità con un batterista che arriva prima con Pietro Brusca e successivamente con Mario Talocco.
2) Come avete scelto il nome “Blueside”?
BlueSide: Questa è una domanda che ci mette sempre un po’ in difficoltà, perché vorremmo avere una risposta intelligente ma la verità che è ci chiamiamo BlueSide semplicemente per una questione affettiva. Questo era il nome che abbiamo avuto nelle band precedenti a questa e ci è sembrato giusto tenerlo anche per questo progetto. Il nome in sé non ricordiamo da dove viene, ma dobbiamo dire che è stato la scelta giusta: è facile da ricordare e da pronunciare e questo fa una bella differenza quando vai a suonare in un posto dove non ti conosce nessuno e vuoi che qualcuno si ricordi di te. A volte prima di iniziare a suonare c’è qualcuno che crede che facciamo del blues… è sempre divertente vedere le loro facce quando si accorgono che non è proprio così.
3) Quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato o ispirato?
BlueSide: Quando parliamo degli artisti che ci hanno maggiormente influenzato, oltre ai soliti Blink 182 e Green Day bisogna innanzitutto parlare dei NOFX. Dai NOFX ci hanno sempre affascinato quella capacità di fare ironia anche su argomenti su cui di solito sarebbe meglio non scherzare, per non attirare l’ira dell’opinione pubblica e quel modo di fare punk ma al tempo stesso di non fare punk, con delle basi strumentali che prendono dal jazz, dal metal o dal folk. Questo è stato il clima che abbiamo voluto ricreare ma cercando di riadattare il tutto a quella che è la personalità dei BlueSide e rendendo quindi la fonte di ispirazione il meno ovvia possibilità. È stato un lavoro duro ma che ha dato degli ottimi risultati e di cui siamo molto soddisfatti.
4) Come definireste voi e la vostra musica?
BlueSide: Quando facciamo musica cerchiamo di essere sempre più veri possibile, è per questo che definire noi è un po’ dare dare una definizione della nostra musica e viceversa. Fondamentalmente noi siamo delle persone normali, in un paese normale, che fanno una vita normale e pensano cose normali e soprattutto pensano di non voler essere normali. Questa credo che sia una parte molto chiara della nostra musica e che trova un ampio spazio di discussione in pezzi come fuori e notorietà, per fare un esempio. Quindi nella nostra musica troviamo tutto quello che comporta questa situazione, dalla voglia di ribellione un po’ banale e autodistruttiva di “ci vomito su” all’incertezza per il futuro di “Rain” passando per fasi diverse per ogni canzone accompagnandoci in un viaggio di autoanalisi che è al tempo stesso anche una cronaca della realtà con la quale siamo a contatto quotidianamente.
5) Quanto è importante avere una forte identità musicale?
BlueSide: Avere una fonte musicale è fondamentale. Vediamo spesso band che non hanno una direzione, che non sanno dove vogliono andare e come vogliono arrivarci. La tua musica è semplicemente lo specchio di ciò che sei e di conseguenza la tua identità musicale non è altro che l’identità di ogni singolo individuo nella band, è per questo che non avere un’identità musicale ben definita per noi è indice di mancanza di maturità, non necessariamente per come viene spesso intesa, semplicemente una maturità personale, questi spirituale di autoconsapevolezza. Poi, certamente, con il passare del tempo si può cambiare e quindi cambiare modo di fare musica, ma questo è un altro discorso.
6) Parliamo di “Small Town, Good Wine & Sad People”, il vostro primo album. Cosa potete dirci su questo disco?
BlueSide: La classica frase che diciamo parlando di “Small town, good wine & sad people” è che è nato per gioco. È una frase che abbiamo detto e continueremo a dire fino alla nausea perché non è altro che la verità, la verità pura e semplice che è il fulcro attorno al quale girano tutte le piccolezze che hanno reso questa musica la nostra musica. Come già detto il punto fondamentale della nostra musicale è la normalità, quindi cosa c’è di più normale di arrivare un giorno in studio e dire “ho scritto una canzone”? Nulla, perché è quello che succede sempre, in tutte le band, per chiunque fa musica. Le idee non si cercano sono loro che arrivano da te, a volte nel momento sbagliato, a volte proprio quando ne volevi una e questa è la cosa più normale del mondo ed è per questo che questo album è autentico e piaceva a noi BlueSide, prima ancora di notare (con molto piacere) che piace anche al pubblico, a chi ci segue. Non c’è molto altro da dire, è la rappresentazione della nostra vita in provincia con i suoi momenti di incertezza, di rabbia o di felicità ed è tutto raccontato in questo album, quindi se volete conoscerci meglio vi basta ascoltare il nostro “Small town, good wine & sad people”.

7) Quale pensate che sia il vostro brano più rappresentativo?
BlueSide: Il nostro brano più rappresentativo è probabilmente “Notorietà”. Vi chiederete perché, quando non è né quello più ascoltato né quello che abbiamo scelto come singolo per l’album, ma la verità è molto semplice. Notorietà è il brano che racchiude tutto ciò che c’è da dire sui BlueSide.
C’è tutto, dall’ironia del testo che al tempo stesso porta avanti un discorso serio di riflessione su se stessi e sulla scena musicale, al ritmo martellante del punk che assume ad un certo punto del brano uno stile più melodico, quasi pop per poi tornare rock con un solo di chitarra che conclude il pezzo. C’è la normalità di sognare la notorietà sapendo che ti cambierà e l’illusione di poterle resistere.
In poche parole è non tutto quello che è racchiuso nella nostra musica.
8) Cosa provate quando fate musica?
BlueSide: Quando facciamo musica ci sentiamo liberi. Potremmo concludere qui la risposta perché questo è tutto quello che conta veramente. Nella vita in genere non puoi essere impulsivo, non puoi dire quasi mai quello che pensi veramente, non puoi urlare di gioia o per sfogare la rabbia di quando qualcosa va storto, non puoi, perché ti prenderebbero per pazzo.
Quando fai musica, d’altro canto, tutte queste regole crollano e tu puoi gridare e dire tutto quello che vuoi, sul palco puoi saltare, correre e persino cadere a terra ubriaco e nessuno ti giudica.
Fare musica è essere liberi, liberi di esprimersi, liberi di essere finalmente se stessi ed è per questo che non sapremmo come fare senza.
9) Cosa potete dirci della recente collaborazione con Mario Riso dei Rezophonic? E avreste il desiderio di fare collaborazioni con qualche altro artista?
BlueSide: La collaborazione con Mario c’è stata durante le registrazioni del nostro prossimo singolo “Life Sucks” e possiamo dire che è stata un’esperienza unica. Lavora con gente di un certo calibro ti cambia un po’ dentro, ti porta a vedere le cose da un altro punto di vista e quello che credevi essere un mondo fatto di scadenze, di turni in studio in cui bisogna essere perfetti al primo take e seguire un copione già scritto si trasforma, diventa un mondo molto più rilassato e familiare, in cui Mario ti tratta come se ti conoscesse da una vita e tra una sessione e l’altra ti apre le porte di casa sua per mostrarti le sue foto con i calciatori dell’Inter (complice della stessa passione del nostro chitarrista Dom). Mario è veramente una gran bella persona ed è un gran professionista, ha messo tutto il suo impegno nella parte di batteria di “Life Sucks” e sentire il risultato del suo lavoro ha spronato anche noi a fare del nostro meglio, a superare i nostri limiti e il risultato è stato fantastico. Il pezzo spacca e non vediamo l’ora di pubblicarlo. Certo, siamo stati in contatto con altri artisti ma per adesso ci concentreremo su noi stessi per lavorare al prossimo album. Sicuramente in futuro ci saranno altre collaborazioni ma bisognerà aspettare un po’ prima di poterle realizzare.
10) Quali sono i vostri progetti futuri? E che vette vorreste raggiungere?
BlueSide: Per il futuro siamo concentrati sul prossimo album, ci stiamo già lavorando e per il momento è l’unica cosa a cui pensiamo. Abbiamo imparato a nostre spese che impegnarsi in troppe cose contemporaneamente porta solo a risultati scadenti, in tutto, per questo per adesso non facciamo altro che scrivere.
Sicuramente l’anno prossimo ci saranno nuove date, stiamo cercando anche di uscire dall’Italia ma è tutto ancora da vedere.
Per quanto riguarda le vette che vorremmo raggiungere non nascondiamo che di tanto in tanto l’idea del classico grande successo che tutti sognano ci stuzzica, ma in realtà quello a cui abbiamo sempre puntato è al vivere di musica, senza necessariamente avere un successo planetario, semplicemente guadagnare abbastanza da poterci dedicare esclusivamente a questo.
Cogliamo l’occasione per ringraziarvi dell’intervista e salutare quelli che ci stanno leggendo augurandoci di aver suscitato l’interesse di chi non ci conosceva. Ci scusiamo se ci siamo dilungati un po’ sulle domande ma quando si parla di musica è sempre difficile tenersi delle cose dentro. Grazie a tutti, speriamo di incontrarci presto, chissà magari anche in un nostro live.

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Terminiamo con la live sessione del loro brano più rappresentativo “Notorietà“. Clicca qui per il video live!