
Novak Djokovic (foto tratta dal sito supertennis.tv)
Il maggio caldo della terra rossa europea è iniziato con il torneo di Madrid, ed i giganti sono tornati a calpestare i court; la vittoria ha arriso ad uno dei favolosi tre, e nulla ha potuto un giovane greco che, pur avendo sconfitto uno degli Immortali, ha dovuto rimandare la vittoria del suo primo torneo ATP1000 ad una prossima occasione.
Ma andiamo con ordine, ed iniziamo questa cronaca con una nota malinconica: il trentasettenne campione spagnolo David Ferrer ha giocato, e perso contro Zverev, la sua ultima partita da professionista. Il tennista di Juvea è stato ininterrottamente tra i primi dieci al mondo tra il settembre 2010 ed maggio 2016, arrivando fino al terzo posto assoluto nel 2013 e nel 2014: impresa non facile, in un’epoca dominata da Federer, Djokovic e Nadal. Il suo ritiro dalle competizioni ufficiali è stato salutato da un lungo, grato e commosso applauso dei suoi concittadini iberici.

E proprio i fab three si sono ritrovati nel torneo madrileno: Federer, tornato alle competizioni sulla terra rossa dopo una lunga pausa durata tre anni in cui aveva disertato le spiagge, è riuscito ad arrivare fino ai quarti di finale, avendo sconfitto abbastanza facilmente Gasquet ed essendosela cavata per il rotto della cuffia al tie break del terzo contro Monfils, reo quest’ultimo di aver cominciato a giocare solo dopo aver perso il primo set per 6-0. Lo svizzero si è poi dovuto arrendere contro Dominic Thiem, il giovane austriaco numero 5 al mondo che, dopo aver salvato più di un match point nel lunghissimo (24 punti!) tie break del secondo set, ha fatto valere la freschezza della gioventù ed i 12 anni che lo separano dal campione di Basilea vincendo il terzo set per 6-4.
Rafa Nadal, che a Madrid storicamente non arriva al massimo della forma, ha confermato di non essere ancora al meglio, perdendo al terzo set contro Tsitsipas una semifinale non particolarmente spettacolare; c’è però da dire che, prima di imbattersi nel giovane greco, il campione majorchino ha superato con facilità imbarazzante, uno dopo l’altro, Auger-Aliassime (6-3 6-3), Tiafoe (6-3 6-4) e Wawrinka (6-1 6-2). Tutto lascia pensare che, come ogni anno, Rafa si farà trovare pronto per giocare al meglio i tornei di Roma e Parigi.
Ed infine, Novak Djokovic: il serbo, numero uno al mondo, ha veleggiato fino alla semifinale senza incontrare nessun vero ostacolo, favorito anche dal ritiro del croato Cilic che gli ha consentito di superare i quarti senza neanche scendere in campo. Più combattuta è stata la semifinale contro Thiem, vinta in due set: per affermarsi, Djokovic ha dovuto affrontare due tie break, che ha comunque vinto con relativa facilità, il primo 7-2 ed il secondo 7-4, facendo pesare la maggiore esperienza e la sua straordinaria capacità di leggere la partita e affrontare al meglio i punti importanti. In finale, Djoko ha incontrato la rivelazione dell’anno: il greco Stefanos Tsitsipas, numero 9 al mondo appena ventenne, è giunto alla finale lasciando sulla sua strada le spoglie di due top ten: Rafa Nadal in semifinale e Alexander Zverev, tedesco numero 4 al mondo che l’anno scorso aveva vinto qui a Madrid, ai quarti. Nulla però ha potuto contro Djokovich, apparso ancora una volta imbattibile; la finale, vinta dal serbo senza nessuna apparente difficoltà per 6-3 6-4, è durata appena un’ora e mezza.
Passiamo adesso ai portatori dei nostri colori: la performance dei tennisti italiani è stata nel complesso senza infamia e senza lode. Nel tabellone principale del torneo erano iscritti ben tre atleti azzurri: le due teste di serie Fognini (10) e Cecchinato (16) e Andreas Seppi. Quest’ultimo ha incontrato in primo turno Gael Monfils, il francese numero 18 al mondo che ha dato filo da torcere a Federer al terzo turno e che non ha incontrato nessuna difficoltà a battere l’altoatesino con un nettissimo 6-3 6-1. Fabio Fognini, reduce dalla vittoria a Monte Carlo e da due settimane di riposo, ha raggiunto senza eccessive difficoltà il terzo turno, superando il britannico Edmund e l’australiano Millman; nulla ha potuto, però, contro Dominic Thiem, che gli ha inflitto un 6-4 7-5 senza aver mai rischiato di perdere. Considerato che l’anno scorso, qui a Madrid, il nostro Fabio non andò oltre il primo turno, quello di quest’anno può essere considerato un risultato tutto sommato positivo, ed i punti conquistati costituiscono un altro piccolo passo verso il tanto agognato ingresso nella top ten mondiale; per ottenere questo risultato, il ligure dovrà smettere di rompere (metaforicamente e letteralmente) le racchette e battere qualche avversario meglio classificato di lui, magari iniziando dagli Internazionali di Roma e dal Roland Garros. Chi invece ha deluso è stato Marco Cecchinato: il siciliano, numero 19 al mondo, è infatti stato sconfitto al primo turno dal ventiseienne argentino Diego Schwartzman. La delusione non deriva dalla differenza in classifica, considerato che l’argentino, soprattutto sulla terra rossa, vale più della sua venticinquesima posizione nel ranking mondiale, quanto dal modo in cui è maturata: il nostro Marco, infatti, è stato praticamente assente dal gioco per tutto il primo set (perso per 6-0) e per tutto il terzo set (perso per 6-1), giocando di fatto solo per il secondo set che infatti ha vinto per 6-4. Il primo turno di Roma riserva per Cecchinato un incontro sulla carta abbordabile contro il giovanissimo australiano Alex de Minaur, numero 27 al mondo; sarà l’occasione per vedere se il nostro avrà recuperato la concentrazione che gli è mancata in Spagna.
La giornata di ieri, primo giorno degli Internazionali di Roma, ci ha anche consegnato le prime sentenze sugli italiani impegnati al Foro Italico: Berrettini ha onorato la sua wild card battendo Puille, il francese numero 28 al mondo, con un secco 6-2 6-4 in un’ora ed un quarto di gioco. Diversamente è andata ad Andreas Seppi, che non ha saputo sovvertire il pronostico ed è stato sconfitto dallo spagnolo Roberto Bautista-Agut con un netto 6-1 3-6 6-1.

Ma la sorpresa più bella è arrivata dall’altoatesino Jannick Sinner: dopo un avvio incerto, dovuto certamente in buona parte all’emozione di trovarsi sul campo centrale di uno dei più importanti tornei del mondo, il giovanissimo numero 262 del ranking mondiale, appena diciassettenne, ha inaspettatamente sconfitto per 1-6 6-1 7-5 l’americano Johnson, che lo sopravanza di oltre duecento posizioni in classifica, tra l’altro annullando un match point e recuperando un break nel set decisivo. Abbiamo quindi già due giovani azzurri al secondo turno; i prossimi giorni ci diranno se i veterani sapranno fare altrettanto.