Champions League
Le competizioni europee offrono gol e spettacolo british style. Sono inglesi infatti le quattro squadre che si sfideranno per portare a casa l’ambita Coppa dalle grandi orecchie ed il trofeo dell’Europa League.
A Madrid, alla grande festa allestita allo stadio Wanda Metropolitano il 1 giugno, il Liverpool del sorridente Jurgen Klopp, finalista per il secondo anno consecutivo, incontrerà il Totthenam di Pochettino. Al gran ballo di Baku, capitale dell’Azerbaigian, il 29 maggio parteciperanno il Chelsea del comandante Sarri e l’Arsenal di Emery.
Se il poker della Premier domina Champions
ed Europa League, i rispettivi allenatori provengono da ben 4 nazionalità
diverse e nessuno di loro è inglese.
Un tedesco, un argentino, uno spagnolo ed
un italiano, sono queste le provenienze geografiche dei quattro tecnici, che
esprimono quanta contaminazione è approdata alla Premier League. Con l’aprirsi
alle scuole calcio più illuminate d’oltremanica, il campionato inglese ha così
affinato gran parte delle proprie lacune tattiche, senza tuttavia snaturarsi,
rivelandosi come il torneo più divertente al mondo ed al contempo palcoscenico
di performance calcistiche in cui la tecnica individuale e la velocità supersonica
si coniugano nell’ambito di un forte collettivo capace di muoversi all’unisono.
È forse proprio questa la vera forza del campionato inglese, bello ma anche molto impegnativo, con uno stile di gioco brillante ed offensivo che offre una sintesi di modi di giocare al calcio diversi, dove tattiche e schemi si mescolano e si fondono con la presenza di individualità di grande spessore, che arrivano ad essere determinanti anche quando sono assenti. Basti pensare alla prestazione del Liverpool contro il Barca di Messi nel magico stadio di Anfield, dove tutto può accadere. I Reds senza Salah e Firmino, oltre che di Keita, hanno avuto il coraggio ed il cuore di ribaltare il 3–0 dell’andata al Camp Nou con uno spettacolare 4-0, rifilando due doppiette, di Origi e Wijnaldum, alla squadra spagnola di Valverde.
Ma anche il Tottenham ha dimostrato grande carattere: senza il suo capitano Harry Kane, che comunque non ha fatto mancare il suo sostegno alla squadra scendendo negli spogliatoi nell’intervallo per caricare i compagni, alla Cruijff Arena di Amsterdam, ha eliminato i ragazzi terribili dell’Ajax con una tripletta di Lucas, nel secondo tempo, che ha capovolto il 2 a 0, dei primi 45’, vantato dagli olandesi.
Emozionanti anche le semifinali di Europa League. L’Arsenal di Emery ha conquistato facilmente la finale di Baku imponendosi per 4 a 2 sul Valencia, con una tripletta di Aubameyang e poi con il gol di Lacazette. Più complicato invece si è dimostrato il passaggio dei Blues che hanno dovuto affrontare supplementari prima e rigori poi, per avere la meglio sull’Eintracht Francoforte.
Altro che Brexit, quattro squadre della
stessa nazione a contendersi le due competizioni europee. L’Inghilterra, dopo
lo stop subito nella semifinale mondiale al cospetto della rivelazione Croazia,
non solo si riscatta a livello di club, a spese delle altre grandi squadre
d’Europa, ma raggiungendo le finali delle competizioni internazionali più
prestigiose, porterà nelle casse dei Reds, degli Spurs, dei Blues e dei Gunners
una pioggia di introiti.
Nel frattempo, immaginando le possibili 4
squadre italiane che nella prossima edizione possano eguagliare l’exploit
inglese ed essere le future finaliste dei massimi tornei europei, consoliamoci
al pensiero che almeno a Baku un pizzico d’Italia sia presente in campo e in
panchina.