
La sala cinematografica è lo spazio dove tradizionalmente i film vengono proiettati e mostrati al pubblico, ma la sua funzione di divulgazione e intrattenimento è sempre più ostacolata dal proliferare di nuove piattaforme streaming come Netflix o Amazon. “Streaming” è il termine con cui si identifica un flusso di dati audio/video trasmessi tramite una rete telematica, quindi chiunque in possesso di un PC può accedere ad un sito streaming e visualizzare il film che la piattaforma offre con la sottoscrizione di un abbonamento. In Italia, per consuetudine, si lasciano trascorrere 105 giorni dalla proiezione nelle sale prima che un film sia disponibile online, e da oggi con la pubblicazione della Legge 220 del 2016 la consuetudine è diventata legge.
Si legge nel testo della ribattezzata “legge Anti-Netflix” che le finalità della stessa sono il “sostegno del cinema e dell’audiovisivo in quanto attività di rilevante interesse generale […] anche attraverso lo sviluppo delle professioni del settore.”
Difatti L’Italia, come la Francia, aderisce ad un percorso di promozione del cinema che risente dello sviluppo delle piattaforme streaming e in pratica, d’ora in avanti, dovranno trascorrere tre mesi dall’arrivo di una pellicola italiana nei cinema prima che sia disponibile online. Tuttavia il ministro per i Beni Culturali, Alberto Bonisoli, ha voluto inserire un’eccezione per quei film che sono proiettati in meno di 80 sale cinematografiche o che sono stati visti da meno di 50.000 persone durante le prime tre settimane. In tal caso, l’attesa del film sulle piattaforme streaming verrà ridotta a 60 giorni.
Ulteriore eccezione è fatta per quei film che non saranno mai trasmessi al cinema, per cui non si rispetta nessun termine e potranno fin da subito essere disponibili online.
La legge a favore del cinema potrebbe comunque non ottenere il risultato sperato, poiché gli italiani potrebbero scegliere di aspettare l’uscita del film online e guardarlo comodamente a casa da una delle tante piattaforme streaming.