
Arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti il sindaco di Riace, Domenico Lucano.
Il primo cittadino del comune in provincia di Reggio Calabria era diventato famoso come simbolo dell’accoglienza e dell’abbattimento del razzismo, da quando aveva deciso di ospitare più di 600 migranti, per un totale di 1700 abitanti, provenienti prevalentemente dall’Africa e dal medio oriente.
Lucano era diventato una vera e propria star internazionale, essendo addirittura inserito nella lista dei 50 leader più importanti del mondo dalla rivista Fortune, prima di essere coinvolto in questo scandalo.
L’accusa fu mossa per la prima volta nel 2017, quando il sindaco venne accusato di una serie di irregolarità dalla Prefettura di Reggio Calabria nell’utilizzo dei finanziamenti governativi nell’ambito della gestione dei migranti.
Da allora si sono intensificati i controlli, fino ad arrivare al verdetto finale: arresti domiciliari per Lucano e divieto di dimora nel comune per la compagna come fa sapere la procura di Locri in una nota: «i finanzieri del Gruppo di Locri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Lucano e il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell’ambito dell’operazione denominata ‘Xenia’».
Come provato dal PM, infatti, il sindaco avrebbe organizzato dei cosiddetti “matrimoni di convenienza”, per aggirare la legge italiana e permettere la permanenza agli immigrati di Riace.
Lo scandalo, oltre a creare un terremoto mediatico di dimensioni notevoli, ha anche attirato l’attenzione del ministro dell’interno Salvini, che già in precedenza aveva additato Domenico Lucano come “uno zero”, mentre nelle ultime ore ne ha approfittato per attaccare i “buonisti dell’accoglienza”, su tutti il giornalista Roberto Saviano.
Nonostante nelle ultime ore le opinioni si siano fortemente polarizzate, tra chi ha visto in questa mossa un passo decisivo dello stato italiano verso l’autoritarismo e chi, invece, ha visto brillare finalmente la “speranza” di un’Italia libera dai migranti, non bisogna dimenticare che è in corso un’indagine da parte della procura e che il destino di Riace e del suo primo cittadino è ancora in bilico.
Checché vogliano discuterne i Saviano ed i Salvini, dunque, la palla rimane salda tra le mani, si spera imparziali, della magistratura.