
Il leader della Corea del Nord Kim Jong-un e il Presidente della Corea del Sud Moon Jae-in si sono incontrati a Panmunjom, il villaggio dove nel 1953 fu firmato l’armistizio che segnò la fine della guerra di Corea, ed hanno firmato una dichiarazione che apre nuovi scenari per gli equilibri militari e politici della penisola.
Kim è arrivato in uniforme nera alla Mao, con passo spedito verso la linea di demarcazione militare. Ad aspettarlo dall’altra parte, in completo scuro, c’era il presidente Moon, che dopo una stretta di mano lo ha invitato al grande passo. È un attimo, lo scalino di cemento è superato. Mano nella mano i due ripassano nel Nord, si concedono ai fotografi, poi di nuovo oltre la linea verso Sud.
Il presidente sudcoreano di centro sinistra certamente è stato il più preoccupato di tutti i politici per le aspre tensioni dell’anno scorso: dopotutto, una nuova guerra, secondo tutti gli studi specializzati, avrebbe certamente provocato vittime a migliaia, se non a decine di migliaia, in una Seul sotto il tiro della stessa artiglieria convenzionale del Nord.
“Una nuova storia comincia adesso – una nuova era di pace”, ha scritto Kim nel libro degli ospiti. Moon, da parte sua, ha ricordato che “il mondo guarda a Panmunjom”, diventato “simbolo di pace, non di divisione” grazie alla visita di Kim.
Con particolare interesse hanno seguito l’incontro tra i due leader coreani stati come: Pechino che ha definito un “momento storico” la stretta di mano fra i due leader;per Mosca l’incontro è stata una notizia molto positiva, così come i risultati dei loro negoziati.
Alla fine della giornata, i due Presidenti dopo avere piantato insieme un albero di pino si sono diretti verso la cena ufficiale accompagnati dalle rispettive mogli. Un pasto in cui ogni pietanza è stata pensata per evocare la nuova primavera di pace tra i due Paesi. La presenza delle first ladies, incerta alla vigilia, come quella di artisti e personalità della cultura delle Coree, è un ulteriore segnale di distensione, a coronare uno dei disgeli più improvvisi della storia della diplomazia mondiale.