
La vicenda dell’estradizione del terrorista pluriomicida e condannato a quattro ergastoli, Cesare Battisti, ora è a un passo dalla svolta.
Trentasette anni fa Cesare Battisti si era reso artefice di molte azioni terroristiche, spargendo terrore e morte in Italia.
Già membro del gruppo dei Proletari Armati per il Comunismo, è stato condannato in contumacia all’ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso con altri.
Trascorse la prima fase della sua latitanza in Messico e in Francia , infine in Brasile dal 2004.
Arrestato nel paese sudamericano nel 2007, Battisti fu detenuto in carcere a Brasilia fino al 9 giugno 2011. Ha scontato in totale circa sette anni di carcere. Inizialmente gli fu concesso lo status di rifugiato, poi revocato. Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva annunciò il rifiuto dell’estradizione in Italia , concedendo il diritto d’asilo e il visto permanente.
Lo scorso 4 Ottobre 2017 la polizia brasiliana ha fermato Cesare Battisti mentre tentava di lasciare senza permesso il territorio brasiliano e per di più con molto contante con sé non dichiarato.
Dopo un tentativo fallito di spostarsi in Bolivia , nonostante il suo permesso permanente di rifugiato concessogli dall’ex Presidente Lula che gli vietava di lasciare il territorio brasiliano, è finito in galera proprio per avere violato i patti con lo Stato brasiliano.
In attesa di un giudizio della Suprema Corte brasiliana sempre in merito alla richiesta di estradizione avanzata dall’Italia, è stato raggiunto da un giornalista italiano, per un intervista, e alla domanda : “Ha mai pensato di lasciare il Brasile”, rispondeva così: “No, mai. E non solo non ho mai pensato di andarmene in Bolivia dove per me sarebbe la morte civile – senza quest’ultima carcerazione con tutte le perdite di tempo burocratiche avrei già consegnato il mio ultimo libro, che è praticamente finito, ma neanche in Venezuela, come forse pensano molti perché a me il chavismo sin dall’inizio non è mai piaciuto. In Italia comunque non tornerò mai”.
La Procura Generale del Brasile ha aperto la strada al rientro di Battisti: in un parere inviato al Supremo Tribunale Federale ha stabilito che «la decisione è esclusivamente del Presidente della Repubblica», Michel Temer.
La Procuratrice Raquel Dodge, che firma il documento, ha respinto la tesi difensiva di Battisti, secondo cui il decreto con il quale l’ex Presidente Lula Da Silva impedì l’estradizione dell’ex terrorista, non poteva essere modificato dall’attuale Presidente.
Ora le famiglie delle vittime si aspettano una decisione presidenziale eticamente corretta e coerente con il verdetto della Corte Suprema e in linea con quanto indicato già pochi mesi prima dal Presidente Temer.