
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori…” così cantava De Andrè, così probabilmente canterebbe oggi se fosse vivo ancora e se si trovasse nel quartiere Sanità di Napoli. Qui è dove l’ apparenza inganna, in un quartiere malfamato dove spicca il culto dei morti e dove la cucina prende vita si possono visitare palazzi storici, il cimitero delle fontanelle gustandoti una pizza a portafoglio dai tre santi o un fiocco di neve di Poppella.
Tante le attrazioni culturali che possiamo trovare, come ad esempio:
“Palazzo dello Spagnuolo”: Il palazzo è forse il più pregevole esempio di architettura civile in stile barocco napoletano grazie soprattutto alla imponenza esemplare della scala principale a doppia rampa, che costituisce la facciata interna dell’edificio, nonché caratteristica architettonica principale del barocco napoletano. Non a caso sono diversi gli edifici in tale stile che presentano uno scalone d’accesso simile a quello del palazzo dello Spagnolo. Si ricordano per esempio anche il palazzo Trabucco ed altri ancora.
“Cimitero delle fontanelle”: L’antico ossario si sviluppa per circa 3.000 m2, mentre le dimensioni della cavità sono stimate attorno ai 30.000 m3. Si trova all’estremità occidentale del vallone naturale della Sanità, uno dei rioni di Napoli più ricchi di storia e tradizioni, appena fuori dalla città greco – romana, nella zona scelta per la necropoli pagana e più tardi per i cimiteri cristiani. Il sito conserva da almeno quattro secoli i resti di chi non poteva permettersi una degna sepoltura e, soprattutto, delle vittime delle grandi epidemie che hanno più volte colpito la città. In quest’area, situata tra il vallone dei Girolamini a monte e quello dei Vergini a valle, erano dislocate numerose cave di tufo, utilizzate fino al 1600 per reperire il materiale, il tufo, appunto, per costruire la città. Lo spazio delle cave di tufo fu usato a partire dal 1656, anno della peste, che provocò almeno trecentomila morti, fino all’epidemia di colera del 1836.
“Chiesa di San Vincenzo”: chiesa molto significativa per il quartiere dove sono poste le ceneri della vittima della camorra Gennaro Cesarano , molto significativa la sua morte da qui è nato un lutto permanente per il quartiere intero . Fuori nella piazza troviamo una statua che lo raffigura per far si che tutti ricordino , e che tutti possano combattere la camorra .
“Pizzeria Oliva ai tre Santi“: pizzeria storica del quartiere ed è la migliore a Napoli insieme a Sorbillo . La gente fa la fila fino alle 3:30 del mattino per cercare di mangiare una pizza preparata dallo staff Oliva e Antonio (detto o’ chiatt) che da fattorino è diventato pizzaiolo . Un’ iniziativa dei TRE SANTI è la pizza sospesa , che consiste in una pizza che le persone pagano al di fuori per delle proprie per le persone che non possono permettersela , questa sorta di beneficenza non e’ obbligatoria ma e’ per le persone che si sentono di fare una buon’ azione verso chi e’ meno fortunato. Il numero di pizze raggiunte in due anni dall’ inizio di quest’ iniziativa e’ di 1000 pizze .
“Poppella nuovo e vecchio” : il vecchio tradizionale e rustico Forno del quartiere in cui ci sono i migliori taralli che si siano mai mangiati al mondo (cosi’ affermano dagli abitanti del quartiere ) , chi del quartiere Sanita’ non ha mai mangiato una pizzetta ho un tarallo da Poppella ? La risposta è nessuno . Per quanto riguarda il nuovo Poppella , famosissimo per la propria specialità recente che è Il fiocco di neve , una piccola brioscina con all’ interno ricotta dolce e panna zuccherata , una ricetta semplice, che ha reso il negozio e la famiglia ricchissimi, tanto da poter permettersi un’ ascensore dentro casa.
“Casa di Toto’: Antonio de Curtis nacque e ancora vive nel Rione Sanità. Anche se per Totò furono celebrati addirittura tre funerali (i primi due a Roma e a Napoli, il 15 aprile 1967, ed il terzo nel Rione Sanità, in occasione del trigesimo), in realtà il Principe della Risata è ancora vivo e vegeto tra la sua gente. Via S. Maria Antesaecula, dove si narra della nascita e della giovinezza di Antonio Clemente (poi riconosciuto De Curtis);i luoghi: la casa d’infanzia di Totò, l’antico altarino a lui dedicato, il bar Totò, il busto, realizzato dai fratelli Scuotto, nella nuova edicola. Oggi è visitabile al pubblico come museo per fare una visita guidata basta seguire le seguenti istruzioni :Visita guidata ai luoghi di Totò nella Sanità .Numero max partecipanti: 25 persone .È necessaria la prenotazione presso il Club di Territorio di Napoli inviando una email a: napoli@volontaritouring.it Le prenotazioni sono aperte. Quote: la manifestazione prevede una contribuzione di 10 € per i soci e gli amici del Touring Club Italiano a copertura dei costi organizzativi e della guida di “Napolinvita”. I soci e gli amici del Touring Club Italiano regolarmente iscritti alla manifestazione sono coperti da apposita polizza assicurativa per la responsabilità civile. Il Volontario Touring accompagnatore ha la facoltà di variare l’itinerario. La manifestazione si effettua anche in caso di pioggia. Il Club di Territorio di Napoli del Tci si riserva il diritto di accettare o meno la prenotazione. Manifestazione organizzata per i soci e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania. Sono ammessi in via eccezionale i non soci perché possano constatare la qualità e l’interesse delle nostre manifestazioni, e quindi associarsi.
“Catacombe di San Gennaro” : Tra la Neapolis greca e la città di oggi non ci sono millenni, ma metri di sottosuolo. Il passato non è messo in una teca o dimenticato, ma fa capolino in alcuni punti della città del presente. A Napoli, sottoterra è soprattutto il luogo di sepoltura dei propri cari e d’incontro con le loro anime. Così come i resti si affacciano nella città, anche le anime sono abitanti a tutti gli effetti, poiché il rapporto con l’aldilà fa parte del quotidiano. Allo stesso modo, i santi sono sempre presenti nella vita quotidiana dei Napoletani, sia che si tratti di intercedere per grazie importanti che per richieste minori. Piccole immagini sacre sono custodite gelosamente nei portafogli, mentre le edicole votive disseminate fra i vicoli sono come piccoli altari. Le Catacombe di San Gennaro sono disposte su due livelli non sovrapposti, entrambi caratterizzati da spazi estremamente ampi, a differenza delle più famose catacombe romane. Questo grazie alla lavorabilità e alla solidità del tufo. Il nucleo originario delle Catacombe di San Gennaro risale al II secolo d.C. Si tratta, probabilmente, del sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana. L’ampliamento iniziò nel IV secolo d.C. in seguito alla deposizione delle spoglie di Sant’ Agrippino, primo patrono di Napoli, nella basilica ipogea a lui dedicata. Un’unica navata scavata nel tufo, che conserva ancora una sedia vescovile ricavata nella roccia e l’altare con un’apertura, in cui i fedeli potevano vedere e toccare la tomba del santo.
“Ponte della Sanita’ o Ponte Maddalena Cerasuolo” (partigiana della Sanità): I lavori per il Corso Napoleone, il ponte che avrebbe unito la Reggia di Capodimonte e il centro di Napoli, cominciarono a inizio Ottocento con Giuseppe Bonaparte e continuarono con Gioacchino Murat. Il risultato in termini di viabilità fu notevole, ma fu disastroso per il quartiere, che iniziò via via ad essere tagliato fuori dalla vita della città, pur essendo così vicina. Non solo, la costruzione del ponte provocò l’abbattimento del chiostro principale della Basilica di Santa Maria della Sanità e deturpò il chiostro minore. L’isolamento ha fatto sì che il quartiere vivesse sempre più per sé stesso, con pochi scambi con il resto di Napoli. Questo ha causato, nei casi più gravi, situazioni di degrado e criminalità che hanno portato alla sua ghettizzazione. L’abbandono del Rione Sanità ha permesso che il degrado entrasse anche nei suoi monumenti e nei suoi edifici storici, lasciando in rovina luoghi come le Catacombe e la Basilica di San Gennaro Extra Moenia. Dopo aver fatto da parlamentare dei partigiani con i tedeschi al Vico delle Trone, si distinse molto nel combattimento che seguì. Nella stessa giornata coraggiosamente partecipò anche allo scontro in difesa del ponte della Sanità, al fianco del padre, con i partigiani dei rioni Materdei e Stella. Con delibera n.63 del 27 gennaio 2011, la giunta comunale di Napoli ha intitolato il ponte alla partigiana Maddalena Cerasuolo.
“Nuovo Teatro Sanità”: Altra notevole realtà da scoprire è quella del Nuovo Teatro Sanità, realizzato all’interno di una chiesa settecentesca rimasta abbandonata per decenni e ora sede della compagnia teatrale. In un quartiere ricco di storia e di contraddizioni, luogo che ha dato i natali a Totò e dove l’arte si trova ad ogni angolo, questo teatro di circa 80 posti ha trovato subito un buon terreno per mettere radici e vanta programmazioni annuali che rassegnano spesso il tutto esaurito. Ma il Nuovo Teatro Sanità è molto di più. Molto più del pregevole pavimento ottocentesco che colpisce lo sguardo del visitatore, molto più di una semplice compagnia teatrale rionale. Quello che conquista profondamente è il lato umano del Nuovo Teatro Sanità che diventa punto di ritrovo e di crescita per i giovani del quartiere. Ogni giorno i ragazzi e i bambini si ritrovano qui per giocare, studiare e imparare un’arte, quella del teatro, in un ambiente protetto. Per alcuni questo è divenuto ben di più di un semplice passatempo. Perché crescendo qui, su questo palco e tra questi sedili, è nato l’amore profondo per il teatro, e molti scelgono di seguirne la strada una volta divenuti adulti.
Nel quartiere c’e’ anche arte come i murales e tra questi spiccano quelli di Bosoletti .
Il fascino del murale segreto:al rione Sanità: c’è ma non si vede. Il volto di una donna del quartiere segnata dagli anni, con gli occhi azzurro intenso e lo sguardo che non ti lascia scampo, è la “speranza nascosta” del rione scavato tra Capodimonte e via Foria. Un’opera che lo street artist Francisco Bosoletti ha dipinto sul muro della Onlus “La Tenda” in via Sanità per il progetto “Ultravioletto” promosso dall’associazione “Il fazzoletto di perle”. Per vedere il murale occorre un filtro, “uno sforzo dell’osservatore che dimostri la volontà di spingersi oltre l’apparenza e di partecipare alla costruzione dell’immagine” spiega Giuseppina Ottieri, rappresentante della Onlus. Alla Sanità comincia così la caccia alla speranza che c’è ma non si vede, a quella donna che ti osserva di nascosto. Per trovarla “basta convertire il negativo, ecco la magia
“Il murale “Resis – ti amo” : Al Rione Sanità, promosso dalla fondazione San Gennaro. L’opera di street art, dipinta sulla facciata della basilica seicentesca, e promossa dal Comune, ha come tema centrale quello della resistenza e ritrae una donna ed un uomo che si sorreggono vicendevolmente come in una danza. Il murales dell’artista argentino Francisco Bosoletti, già autore della “Partenope” di Materdei, eseguita anche questa su una parete laterale della basilica di Santa Maria della Sanità, va ad aggiungersi ai tanti disegni presenti in giro per la città e trae ispirazione da storie vere che Francisco ha incontrato per le strade di Napoli. Il tema della “Resistenza” è condiviso con le parrocchie della Sanità e con la Fondazione San Gennaro.
E per scoprire molto di più su queste attrazioni e su altre secondarie , fatevi un giro nel quartiere del Principe della risata ,della pizza a portafoglio , del fiocco di neve e dove “i morti non muoiono mai “. E ricordate le parole di De Andrè ” DAL LETAME NASCONO I FIORI… “.