
In occasione della giornata in ricordo delle vittime della Shoah , dal 26 al 28 gennaio è andato in scena al teatro Arcas lo spettacolo: “Una visita straordinaria” con la regia di Nicola Galiero.
Siamo nella Vienna del 1938 occupata dai nazisti e la scenografia teatrale da subito l’idea di trovarsi in uno studio medico ritenuto inusuale anche per l’epoca considerando che si tratta dello studio di Sigmund Freud (interpretato da Marcello Raimondi) che fu il pioniere delle scoperte sulla psicoanalisi.
Un orologio a pendolo, un telefono a cornetta rigorosamente nero, uno specchio, il classico lettino per l’ipnosi e tanti libri sparsi. Lo spettacolo, attraverso un’atmosfera d’impatto cupa e misteriosa, si proietta subito verso la faccenda crudele che ha riguardato gli ebrei e la loro persecuzione perpetuata dalla Germania nazista.
Freud è vecchio, stanco e malato e pronto ad andare in esilio,si lascia corrompere facilmente dall’ufficiale della Gestapo (interpretato da Peppe Carosella) che quotidianamente estorce denaro al medico ebreo. Quest’ultimo non si oppone, lo fa per cercare di salvarsi e avere un po’ di pace da un’oppressione continua, sostiene lui.
La figlia (interpretata da Antonella Cestaro) però si oppone credendo fortemente nei valori dell’uguaglianza e per questo viene portata via dalla Gestapo con la promessa che sarebbe ritornata.
Da questo momento in poi, in un’attesa straziante, lo spettacolo passa ad analizzare il malessere interiore vissuto dal dottor Freud: il suo rapporto con Dio e i dubbi sulla sua esistenza.
In anni di terrore, di persecuzione, in cui sono stati perpetrati i delitti più atroci nei confronti dei cosiddetti “diversi” sia che siano ebrei, omosessuali e altro, il professore è ossessionato e si chiede se veramente esiste il bene supremo.
Una visita straordinaria, arriverà ad alimentare le sue angosce. Si tratta di un uomo che non rivela la sua identità (interpretato da Nicola Galiero). Ma di chi si tratta realmente? Di un pazzo dal nome Walter Obersaid o di un ammiratore della figlia al giardino dell’infanzia? Di un sogno o della voce di Dio?
In realtà non è altro che l’interlocutore che Freud cerca per sottoporre i suoi dubbi, per sfogare la sua rabbia, per raccontare il suo malanno. Tra i due personaggi si instaura un rapporto dapprima di sfiducia, poi di complicità per interrogarsi su temi importanti quali la religione, la storia, il senso della vita in maniera diretta, a volte veemente ed anche compassionevole.
E’ uno spettacolo che da un lato ci fa ricordare queste Atrocità, ma dall’ altro ci fa nascere tanti perchè che possiamo ritrovarli racchiusi in una celebre frase di H . Arendt : “Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”, tratto da La Banalità del male.
Una visita straordinaria
di Nicola Galiero
con
Marcello Raimondi
Peppe Carosella
Antonella Cestaro
Aiuto regia
Dolores Russo
Scene e costumi
Clelio Alfinito
Via Vetrinaria, 63 – Napoli
Per prenotare chiamare ai seguenti numeri
388 750 60 25
346 21 00 916