
Spari contro il seggio a Manlleu, nella contea di Osona, Catalogna. La notte scorsa un uomo di cui non è stata ancora accertata l’identità ha imbracciato una carabina ad aria compressa e fatto fuoco contro l’ingresso della scuola Puig Agut, sede del referendum sull’indipendenza della comunità autonoma spagnola. Quattro persone sono state colpite al petto, al collo e alla spalla riportando, fortunatamente, solo lievi ferite. Lo riferisce il giornale La Vanguardia.
Presenti all’attacco anche tre membri del Comitato locale di Difesa del referendum i quali hanno inmediatamente sporto denuncia. La polizia sta indagando ma, al momento, non ci sono stati arresti.
La tensione tra il governo spagnolo e gli indipendentisti si sta progressivamente tramutando in abuso del potere, uso dell’intimidazione a livello istituzionale e in conseguente panico tra la popolazione. Mentre Madrid passa alle minacce per fermare la consultazione sull’indipendenza catalana – in programma domenica primo ottobre – Barcellona risponde con la sfida: “Se i seggi verranno bloccati troveremo alternative per far votare i cittadini”.
Il governo centrale ritiene si tratti di un referendum illegale. Barcellona non è dello stesso avviso. Domenica “tutti potranno votare”: ha garantito il governo catalano, chiamando alle urne 5,3 milioni di cittadini. “Il referendum non si farà”: ha tuonato, in risposta, quello spagnolo. Attualmente in Catalogna ci sono più di 10mila agenti di polizia inviati da Madrid per impedire il voto in nome della Costituzione del 1978. Ma il 63% dei catalani dice che si recherà comunque a votare.
«Quello che propongono non è democrazia, ma qualcosa travestito da democrazia ed è uno strumento di scelta dei dittatori, contrario agli ideali europei»: ha dichiarato il primo ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis in merito al piano del governo regionale per il referendum sull’indipendenza. Sulla stessa posizione il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: «Il referendum della Catalogna è inaccettabile perché va a violare il principio di unità dello Stato».