
Lo scopo è quello di cercare di capire come sia stato possibile che la Cina compisse nel giro di qualche decennio un cammino che l’ ha portata a passare da una condizione di paese arretrato, debole, colonizzato a quella di un paese in rapidissimo sviluppo.
Della Cina si parla oggi soprattutto per il suo miracolo economico. Nel giro di una generazione un popolo di circa un miliardo e trecento milioni di abitanti passa da una condizione di povertà estrema, in cui si moriva letteralmente di fame, a livelli di vita che superano largamente quelli di sopravvivenza, diventando così la superpotenza che oggi conosciamo.
I cinesi guardano sempre con distacco gli stranieri: venditori e impiegati pubblici tendono a considerarli come polli da spennare; in molti mercati c’è un prezzo per i cinesi e un prezzo per gli stranieri.
I cinesi sono passati dal complesso di superiorità e chiusura verso l’ estraneo ad un complesso di semicolonizzazione di quest’ultimo.
In passato la Cina era considerata un paese di grande fascino e mistero ma che facevo anche “gola” a molti popoli “barbari” tra cui i Giapponesi che pensarono di impadronirsene, ma il comunismo, la rivoluzione e la guerra civile portarono la Cina alla grande rivalsa nel mondo.
Un paese sottosviluppato era riuscito a liberarsi con le proprie forze: il grande balzo verso il mercato venne identificato come spostamento puro e semplice verso il capitalismo diventando anche una risorsa economica e industriale per i paesi stranieri sviluppati d’ occidente (come d’ altro canto la maggior parte dei paesi del medio oriente).
Tutto ciò si deve al “Grande Balzo” , appunto, (1956-1966) che fu concepito come un accumulazione e sfruttamento massiccio delle campagne e delle risorse umane: cioè la forza lavoro.
Il dopo Mao è dominato dalla figura di Deng Xiao Ping (1977) la storia di questo periodo è caratterizzata dalla lotta interna al Partito Comunista cinese sulle riforme e di come queste hanno avuto impatto sulla popolazione.
Con il successo delle riforme in agricoltura, nelle industrie e nel mercato, la politica maoista fu di fatto abbandonata e i protagonisti ed i pionieri di questo rilancio nazionale furono i “nuovi mandarini”: capi delle province diventati indipendenti dal potere del partito che hanno fatto del ” Celeste Impero” la superpotenza non più colonizzata ma colonizzante che oggi conosciamo.