
Si illumina subito d’azzurro, la prima giornata della tredicesima edizione dei Mondiali in vasca corta di Windsor, Federica Pellegrini è oro nei 200 stile libero in 1’51″73(passaggi 26″64, 55″01, 1’23″61), suo miglior tempo mai nuotato dopo il record italiano del 2009, agli europei di Istanbul.
La 28enne di Spinea, domina la gara e batte la specialista Katinka Hosszu, una che non la batti mai, ” la cannibale magiara” o “lady ferro”, così come viene chiamata la detentrice dei primati su tutte le distanze di vasca corta, nella sua Ungheria.
Ma anche la cannibale, di fronte alla più brava della classe, ha dovuto cedere lo scettro, salvo poi consolarsi con l’oro nei 400 misti.
“Battere Katinka è sempre difficile e stimolante. Sono contentissima, questa medaglia chiude il cerchio di una carriera”
Queste le parole della Pellegrini prima di andare a prendersi anche l’argento in staffetta
Infatti è proprio grazie all’azzurra, che va a medaglia la staffetta 4×100 stile libero, conquistando un argento mai vinto prima.
Certo, siamo ai Mondiali di vasca corta e non alle Olimpiadi,ma l’azzurra dopo aver lasciato Rio con l’amaro in bocca, risale sul podio, sul primo gradino, dimostrando a tutti che ha deciso di continuare a nuotare non per capriccio o mancanza di alternative, ma per riprendere in mano il suo destino, in quanto non si può archiviare una carriera stratosferica come la sua.
Federica Pellegrini, quindi, riparte dall’unico oro che le mancava,tra la sua collezione dei 200 stile libero, questo perché quella dei 25 metri non era mai stata una sua specialità, li ha prima snobbati, poi evitati, ma adesso bisognava dare un segnale a tifosi e avversari,che lei c’è.
Ma alla fine, il futuro può anche attendere, perché Fede c’è sempre stata, è sempre stata al top, basti pensare che il suo peggior risultato è un sesto posto in una finale dei 200 stile libero.
Infatti, dieci anni fa perse i 200 sl ai Mondiali di Shanghai da Yang Yu, di appena 21/100 come i 24 che le sono risultati fatali per il podio mancato ai Giochi di Rio ad opera dell’australiana Emma McKeon, dietro l’americana Katie Ledecky e la svedese Sarah Sjostrom, che due anni fa ai Mondiali di Doha da 25 metri le soffiò il record mondiale di 1’51″17, l’ultimo primato realizzato dall’azzurra ancora sotto l’effetto della morte di Castagnetti. Una vita mai facile, ma sempre tesa a voler resistere, combattere e vincere come in questo comunque favoloso 2016 in cui s’è migliorata sia nei 200 sl (tornata a 1’54”) che nei 100 sl (record italiano a 1’53″18), la gara del finale di carriera, la seconda gara individuale in questi Mondiali canadesi.
Una vera e propria leggenda dell’acqua, oltre il tempo, oltre il cronometro o la medaglia, la Fede nazionale. Ancora e sempre sull’onda.