
Un aereo charter, con a bordo 81 persone,di cui 72 passeggeri e 9 di equipaggio, (48 membri della squadra di calcio di serie A brasiliana Chapecoense e 21 giornalisti), si è schiantato nella notte alle 10 ora locale, alle 4 in Italia, mentre si stava recando in Colombia, per disputare la partita di andata, della finale di Copa Sudamericana contro l’Atletico Nacional.
L’aereo era partito dall’aereoporto internazionale di San Paolo,in Brasile, aveva fatto scalo a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia, ha poi perso il controllo con la torre di controllo e stava tentando un atterraggio d’emergenza,all’aeroporto José Maria Cordobn, nella città colombiana di Medellin.
Solo cinque persone sono sopravvissute a questa tragedia, tra questi, uno dei difensori della Chapocoense: Alan Ruschel, 27 anni. L’atleta è ricoverato all’ospedale municipale de La Ceja. Le vittime sono dunque 76.
“Sei persone sono state messe in salvo vive, ma sfortunatamente una di loro non ce l’ha fatta. Il resto degli occupanti purtroppo è morto. Il bilancio tragico è di 76 vittime”.
Queste le parole del comandante regionale della polizia Jose Gerardo Acevedo, dette ai giornalisti.
Sembrava quasi un sogno, per una delle squadre brasiliane più stimate da quasi tutto il sud America, riuscire ad arrivare nella fase finale della Coppa sudamericana. Qualche giorno fa festeggiavano con gioia sui social i giocatori del Chapecoense, felici e onorati di aver raggiunto quel traguardo, dopo anni e anni di serie minori.
Mai una finale avevo avuto un finale così tragico. La Chapecoense in queste ultime settimane era stata protagonista di diverse feste,oltre al raggiungimento della prima finale della propria storia. L’ultima solo ieri, da spettatori:erano rivali del Palmeiras quando il club di San Paolo ha vinto il titolo brasiliano.
Purtroppo durante il volo qualcuno ha voluto che questo sogno non si realizzasse, Senza parole… forse solo due, Força CHAPE!