
Dal 28 ottobre al 13 novembre andrà in scena lo spettacolo” La cella zero”al Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano(NA), da una idea di Antonio Mocciola con la regia di Vincenzo Borrelli tratto dalla storia vera di Pietro Ioia interpretato da Ivan Boragine.
Ioia ha vissuto più di vent’anni in carcere e ad oggi rappresenta il simbolo del fallimento dello stato in materia di rieducazione dei detenuti. Egli, in qualità di presidente degli Ex Detenuti Organizzati Napoletani, ha avuto per primo il coraggio di raccontare i soprusi ricevuti nel penitenziario di Poggioreale dai compagni di cella e dai secondini e l’esistenza della cosiddetta “cella zero” nella quale si consumavano le peggiori violenze ( nello spettacolo interpreta la parte del secondino passando quindi dalla parte del cattivo giustiziere).
La scenografia unita ai costumi di scena danno subito l’idea del luogo in cui i protagonisti si muovono: le brande trasandate dietro le grosse sbarre, la fioca luce, le felpe col cappuccio e poi tanto fumo di sigaretta. Il tutto trasmette da subito allo spettatore quell’atmosfera cupa, claustrofobica tipica di un carcere. Poi le grida, i gemiti, l’aggressiva gestualità, l’accanimento nei confronti dei più deboli (in particolare per gli omosessuali) rimanda a quella stessa sensazione per tutta la durata dello spettacolo.
Passato dalla miseria a una vita di lusso in breve tempo (da giovanissimo gestiva una piazza di droga del suo quartiere), Ioia si troverà a consumare i suoi anni in una cella e ad avere a che fare, continuamente, con quella sensazione di paura di cui lui in precedenza, sentendosi forte, non ne conosceva l’esistenza. Immagini forti, scioccanti si susseguono sul palco: come quando sono costretti a rapporti omosessuali o a estenuanti esercizi eseguiti allo stremo delle forze fisiche (lunghe serie di flessioni).
I ripetuti sfottò e i vergognosi abusi di potere dei secondini e poi quell’ossessiva minaccia che si ripete: lo spauracchio della cella zero, porta i detenuti al limite della sopportazione mentale con il rischio di spezzare la linea di nervi.
A queste si alternano altre scene un po’ più soft come quando Pietro con gli altri detenuti (interpretati da Diego Sommaripa, Ivan Improta, Simone Somma e Antonio Tatarella), in ricordo della mamma, racconta come trascorreva la vigilia di Natale o quando si prendono in giro tra loro in maniera ironica con squallide battute, oppure quando provano a parlare di calcio, con il vano intento di smorzare i toni e rendere meno cupi quei giorni, sempre uguali, di cui non ricordano nemmeno più le date.
Storie di anime in pena dunque, e anche storie di donne che s’intrecciano con le loro. Come la moglie di Pietro (interpretata da Marina Billwiller), una donna che ha vissuto con la speranza di vedere il suo uomo cambiato, ma che si ritroverà con un pugno di mosche in mano, o dell’amante del secondino (interpretata da Cristina Ammendola) col quale ha anche un figlio, ed essendo anche sorella di un detenuto, fa leva sul desiderio del padre di vedere suo figlio per ottenere qualche vantaggio per il fratello ( interpretato da Diego Sommaripa)
Di volta in volta al centro della scena gli attori interpretano realisticamente le vessazioni subite dai detenuti. Grazie ad una recitazione di forte impatto emotivo, lo spettatore si trova catapultato in quella amara realtà ove non ci sono più i deboli e i forti, ma solo piccoli uomini.
Il ricorso agli effetti di luce e alle musiche psichedeliche sapientemente scelte dall’ottima regia, rimarcano maggiormente le scene. Uno spettacolo che arriva come un pugno nello stomaco a scuotere le coscienze di chi è lontano da quella terribile esperienza. Riemerge nel finale la speranza dei detenuti e la loro voglia di voler migliorare la loro condizione di uomini affermando quella dignità che sentono persa.
Il sottofondo di “Siamo uomini” e un appello rivolto dell’istituzione sottolineano l’importanza del rispetto dei diritti umani anche nei confronti di chi giustamente deve scontare una pena, al fine di essere rieducato per una vita migliore fuori dalle celle.
Date e orari:
Venerdì 28 ottobre ore 21
Domenica 30 ottobre ore 18.30
Venerdì 4 novembre ore 21
Domenica 6 novembre ore 18.30
Venerdì 11 novembre ore 21
Sabato 12 novembre ore 21
Domenica 13 novembre ore 18.30
Centro Teatro Spazio
Via San Giorgio Vecchio, 31
San Giorgio a Cremano (Napoli)
Info e prenotazioni: unospazioperilteatro@libero.it tel.: 081 574 4936/ 3387405819