
“Natale a Napoli 2015”: Parte il Tour di Blandizzi, domenica 20 dicembre nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore – Sala del Capitolo. Un concerto suggestivo e di forte impatto per presentare il suo nuovo album dal titolo “Da noi in Italia”.
Particolare e inaspettata l’accoglienza che il cantautore riserva al suo pubblico, all’ingresso della Sala del Capitolo, salutandolo personalmente in frac e cilindro, tra l’ironico e l’aristocratico, che richiama alla mente Rino Gaetano.
Prima che il concerto inizi, Blandizzi racconta, ai piedi del palco, quasi a toccare il suo pubblico, il percorso e le motivazioni che lo hanno condotto a scrivere questo nuovo disco che vuole rappresentare, dice, varie sfaccettature dell’Italia, soprattutto due in particolare: una corrotta che dà pugni nello stomaco e l’altra sana a cui bisogna risvegliare il cervello. Il cantautore si chiede, infatti, come sia possibile che i nostri punti di riferimento, per il vivere comune, siano così lontani dalla bellezza, a cominciare dall’aggressività, dalla continua violenza propinata dalle fiction, dalle trasmissioni televisive, dai videogiochi “allucinanti” per i bambini. In questo modo non si fa altro, continua Blandizzi, che vivere “al contrario”, in quel “sistema” che ci attrae, quella “Donn’Amalia” che diventa spesso l’unica opportunità di sopravvivenza. Un inganno che si paga caro.
Eppure, c’è un’Italia che resiste malgrado la malasanità, la malavita, la malaterra, la malacreanza, il malaffare, la malagiustizia… insomma: “Questione solo di mentalità” e la mentalità, sostiene Blandizzi, si può cambiare. Così l’artista lascia la parola alla sua musica.
L’atmosfera entra in una dimensione da incanto. Nella cornice storica con gli affreschi della Sala del Capitolo parte il concerto di Blandizzi con la dolcezza di “Curo di me” portando il numeroso e attento pubblico dalla pura poesia alla sonorità molto mistica. Poi subito cambia registro facendo tutti riflettere con la sua ironica filastrocca “Da noi in Italia” sull’andamento attuale del nostro Paese, entrando così pienamente nel vivo del suo messaggio. Un brano dall’impatto molto forte che gioca su sonorità folk-pop che richiama anche le nostre tradizioni.
Il terzo brano, “Nessuno è più diverso”, riecheggia atmosfere argentine, strutturalmente molto interessante; la graffiante voce di Lino Blandizzi canta per il sogno di una società più giusta e che sappia accogliere le diversità come una grande ricchezza. Gli ottimi e versatili musicisti che lo accompagnano sono: Claudio Romano alla batteria, Pasquale De Angelis al contrabbasso e Fabrizio Potenzano al banjo e all’ukulele. Il quarto brano è un solo chitarra e voce di Blandizzi da pelle d’oca: con la sua voce intensa e profonda introduce “Il Commissario Ricciardi”, brano ispirato al personaggio dei romanzi di Maurizio de Giovanni, uno dei giallisti più apprezzati d’Italia.
Il concerto prosegue con l’omaggio a Enzo Jannacci con la sua “E la vita, la vita”, altro brano ironico, che dipinge perfettamente l’Italia degli anni ’70 e che resta ancora attuale. I temi delle canzoni si fanno sempre più connotate di implicazioni sociali come “E la nostra notte farsi altrove giorno”, raffinata ballad che racconta il disagio dei giovani che devono abbandonare il proprio Paese per costruirsi altrove il futuro recidendo le proprie radici e “Salvate Venere, salviamo Venere” brano che richiama alla mente De Andrè con la PFM e che è un appello alla salvaguardia dei beni artistici e culturali in nome della Bellezza. Blandizzi spazia con disinvoltura in vari stili, ed ecco un altro brano accattivante, “Il buongiorno del caffè”, tra italiano e dialetto napoletano per una dedica alla bevanda più amata nel mondo, dalla melodia che ti prende subito. Filosofia di vita.
Poi è la volta di un altro solo di chitarra e voce di Blandizzi che canta “Quelli con le ali”, toccante brano dedicato alle 40 vittime del bus di Monteforte Irpino che due anni fa persero la vita in un incidente stradale di cui oggi ancora non si conosce la verità. Non cala mai l’attenzione; Blandizzi riesce sempre con il suo essere intenso a dare forti emozioni; accade anche con “Il sorriso dei Saharawi” che racconta della vita dura dei bambini nel deserto. Qui, la sua musica diventa un incontro al di là delle etnie. Bella interpretazione anche in “T’aspetto ‘e nove”; l’artista rievoca le sue radici omaggiando Renato Carosone, altro grande maestro dell’ironia, ma che, in questa canzone, tocca con una struggente ballad le corde dell’amore come solo i grandi artisti sanno fare.
Poi Blandizzi annuncia l’ultimo brano, “Con un Paese nel Cuore”, facendo salire tutti “sul treno del tempo” e ricordando la partecipazione straordinaria di James Senese con gli arrangiamenti di Gigi De Rienzo. Due leggende.
Un gran finale con il pubblico in piedi per il bis che Blandizzi concede con “Da noi in Italia”, singolo apripista, che dà anche il titolo al nuovo lavoro discografico. Un concerto e un album di spessore, di un artista che è sempre riuscito a costruire, anche in momenti di difficoltà, una sua storia di grande rispetto.