
Lo yoga aiuta a trovare la pace, distrugge i dispiaceri e conduce al Bahkti, l’amore incondizionato. Il monaco entra e apre la conferenza con il consueto saluto Namaskar, che apre il cuore e la mente alla divinità che è dentro di noi. L’incontro si è tenuto ieri, alle ore 20,00 presso la libreria “Punto e a capo” di Sulmona (AQ).
Egli poi ha illustrato i passaggi nel suo tono pacato, in un messaggio,
grazie al quale ha spiegato l’importanza della meditazione nella vita di tutti i giorni.
Il monaco, che tiene conferenze ed incontri di meditazione, sarà presente anche al Festival dello yoga che si terrà nelle giornate del 25/26/27 settembre presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano (PE).
Tra i presenti persone di tutte le età, in maggioranza donne, veterane o nuove possibili adepte, incuriosite da questa antica disciplina e dai testi sacri che hanno permesso di conoscerla in Europa e in Occidente. Durante la conferenza spiega come i tre momenti dello yoga siano fondamentali ma al tempo stesso sia necessario svincolarsi da ognuno di essi. Il senso di esso è riassunto in tre passaggi:
Karma, che vuol dire “azione” e deve essere indirizzato a compiere il bene altrui, privo di egoismo, altrimenti è autoreferenziale. Isolarsi e agire, quindi, non è efficace se non per sé. Il Karma è diretto a elargire i suoi benefici anche agli altri.
Jinana (pronuncia Ghiana) è la “conoscenza”, il sapere espresso dai grandi maestri come Shiva, che deve essere seguito dall’azione, altrimenti disperde la sua energia.
“Qui ci sono tanti libri, in essi è la conoscenza” sottolinea il maestro, “ma questa conoscenza non ha valore se non è seguita da una pratica continua, quotidiana, e spesso tendiamo a dimenticare le cose, le nozioni apprese, se non le mettiamo subito in atto”.
Bhakti che il maestro Dada paragona al sale, il condimento senza il quale nulla ha sapore e coincide con “devozione”. Questo concetto in Occidente è tradotto come dedizione, attenzione alle cose, mentre nello yoga e in genere in Oriente è concepito come un amore incondizionato verso le persone, gli animali, le cose, il mondo intero. Per arrivare alla devozione è necessario evitare anche molti comportamenti sbagliati, come arrabbiarsi con gli altri a dismisura, alzare la voce, essere schivi, prevenuti o presuntuosi.
Lo yoga, che il maestro traduce come riconnettersi al vero io, nascosto all’interno di noi, porta l’uomo a trovare il Dio. “Nello yoga” continua il monaco, “non esiste nulla di sovrannaturale, ogni cosa è operata dalla forza della mente, che l’uomo utilizza al minimo delle sue capacità”. Il Dio è dentro lo spirito dell’uomo, e con lo yoga, tramite la meditazione o la conoscenza dei testi sacri, è possibile individuarlo in ogni essere umano.
Conclude la conferenza con un’osservazione semplice ma chiara: “Ogni goccia – apparentemente insignificante – che cade dal cielo poi confluisce nel mare ha la sua importanza, il suo valore nel mondo”.
Lo yoga permette dunque di cogliere il Dio che è nel mondo, e grazie alla meditazione l’energia umana, troppo frequentemente inutilizzata o incanalata in attività futili. Solo così tutti potranno trovare la pace, dentro di sé e intorno. Alla conferenza, seguiranno altri appuntamenti, in cui si approfondirà la conoscenza di questa pratica nata in India, che oggi riscuote molto successo in Occidente.