
Finalmente un’altra vicenda annosa e complicata che ha visto molti esponenti politici locali schierarsi e chiedere ripetutamente attenzione da parte del governo di Roma sembra volgere al termine.
Il nome del Commissario per Bagnoli è quello di Salvo Nastasi, che ha 42 anni e una carriera nel MIBAC dove è Direttore Generale per lo spettacolo dal vivo. Ha ricoperto numerosi incarichi tra i quali anche quello di commissario del teatro san Carlo di Napoli dal 2007 al 2011 per il risanamento organizzativo e finanziario dell’ente.
La vicenda di Bagnoli è un cardine, un perno fondamentale per la ripartenza della città di Napoli, cosa che su alcuni temi importanti sembra già, anche se timidamente, avviata, come sul delicato tema dei rifiuti. Dalla situazione di Pasqua 2011 con i turisti in giro per la città le cui strade erano ricoperte di rifiuti ad oggi ce ne passa. Su questo oppure sulla riqualificazione urbana (con Il progetto “Centro storico – valorizzazione del sito Unesco” o il progetto di riqualificazione dell’area Napoli est) non si possono che trarre delle considerazioni positive. Sicuramente rimangono ancora altri temi in sospeso di cui il principale è la partenza della bonifica dell’ex area Italsider di Bagnoli, anche se in questo caso l’amministrazione cittadina non avrà voce in capitolo. Certo ci si può sbagliare ma bisogna anche dare fiducia a chi ci sta provando. Anche la polemica innescata dal post del primo cittadino napoletano su “napoli città derenzizzata”, aldilà dell’esagerazione, ad un secondo sguardo si fa notare per un aspetto preoccupante della vicenda e cioè che in questa parte di Campania e di Italia anche solo il dialogo con lo Stato latita e la presenza e l’impegno dello Stato si fa aspettare, si fa desiderare e a questo non c’è nessuna giustificazione legittima. Come non c’è giustificazione al fatto che il Comune sia stato espropriato delle proprie funzioni in questa vicenda.
Perchè su Bagnoli si è accumulato tutto questo ritardo? Questa è la domanda, premesso che siamo arrivati, se siamo arrivati, al termine, ma per questo si attende anche il DPCM che confermi la nomina.
La conclusione che si trae è che il Governo di Renzi sia molto più impegnato sul fronte europeo e sul fronte delle riforme che ha dimenticato il dialogo con i territori e in particolare con i territori del meridione. Qui vale più un commissario di mille parole.