
Potremmo parlare di eliotropismo (in fisiologia, il movimento di un organismo verso il sole) ma sarebbe solo un modo di complicare le cose, proprio ora che il fotovoltaico – con possibilità di provvedere da sé al proprio fabbisogno energetico – è divenuto più semplice che mai.
Torniamo se mai indietro al 2013, quando la fiera Intersolar di Monaco ha visto debuttare il prototipo dei pannelli ‘girasolari’ dell’austriaca Smartflower ET. Smart flower, fiore furbo, dice già molto; ulteriore indizio è la sigla ET, non alieno di Spielberg ma acronimo per Energy Technology. Infine Pop, nome di battesimo dell’ultimo brevetto lanciato: uno dei significati del verbo inglese to pop è proprio sbucare all’improvviso, quanto mai appropriato per un brevetto rivoluzionario quanto versatile.
Immaginate un impianto di pannelli solari plugin & play intuitivo, facile da mettere in posa e utilizzabile come un qualsiasi elettrodomestico. Ispirato al girasole, smartflower ha – a riposo – un ingombro minimo. Basta però un raggio di sole perché la sua corolla composta di pannelli di 18 m2, sbocci e cerchi il sole: persino tra le nubi, grazie al tracciatore astronomico. Facilmente ricollocabile, è in grado di proteggersi da solo in presenza di vento forte o neve, pulirsi da sé dalla polvere, auto-refrigerarsi, e produce fino al 40% di energia in più rispetto ai pannelli fissi tradizionali: tra i 3.400 e i 6mila kWh annui, abbastanza da coprire l’intero fabbisogno energetico di una media famiglia europea.
“Come per tante altre innovazioni, ci ha ispirato la natura”, racconta Alexander Swatek, Ceo di Smartflower “e l’eccezionale efficienza energetica del girasole”. Alla versione definitiva del progetto, ora prossimo al lancio sul mercato, hanno messo mano anche gli italiani di VP Solar e i tipi di GP Design Partners, che ne hanno firmato l’aspetto glamour in otto colori, dal Porcellana al Oceano, dal color Mirtillo alle tinte Giungla e Sirenetta… Non ci sono più i girasole di una volta!