
Ebbene sì, anche quest’anno si è registrato un aumento del 440% dell’ Itanglese. Ma cosa significa questa strana parola? Per chi non lo conoscesse, il termine in questione viene definito dal dizionario HOEPLI come “la lingua italiana usata in certi contesti ed ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente ed arbitrario a termini e locuzioni inglesi”. Anche quest’anno (per il quarto consecutivo) l’agenzia di traduzioni professionali Agostini Associati ha condotto un’indagine proprio sul fenomeno dell’uso e importazione di termini inglesi all’interno della lingua italiana scritta da parte delle aziende italiane, rilevandone appunto una crescita del 440%. I termini inglesi più utilizzati in azienda sono stati TABLET (tavoletta digitale), CALL (chiamata) e STORE (negozio).
C’è da dire però che l’aumento degli “anglicismi” non rappresenta né una tendenza recente, né limitata ad alcuni singoli settori (specie quello del marketing e della comunicazione). In molti campi ormai si registra una vera e propria “invasione” di termini inglesi: dalla politica alla finanza, dall’arte alla scienza, fino ad arrivare al lessico comune, quello che utilizziamo tutti i giorni per descrivere concetti o azioni generiche. Classica l’espressione “andiamo a fare shopping” invece di dire “andiamo a fare spese” o altro ancora.
Stando ai fatti però, una domanda nasce spontanea, tale fenomeno (che cresce alla stessa velocità delle tecnologie digitali) può portare con il tempo ad un arricchimento o ad una progressiva banalizzazione della lingua italiana?
Per rispondere a tale quesito ricordiamo che la lingua di un popolo pur rappresentando un tratto distintivo della sua identità sociale, storica e politica, vuoi per le contaminazioni con altre culture, vuoi per una questione di “progresso” ha subito e continua a subire delle variazioni. Questo è un dato di fatto. Ora se queste variazioni possono portare ad un miglioramento, un utile arricchimento della nostra lingua non causandone una distorsione allora che ben vengano. La conoscenza e la pratica di un’altra lingua è senza dubbio un vantaggio, ma ciò è diverso da un eccessivo utilizzo di anglicismi anche quando non è necessario, tale pratica infatti, non solo è superflua in questi casi, ma toglie senso ad una lingua come la nostra che molti paesi ancora oggi ci invidiano.