
“La situazione è preoccupante, anno dopo anno il ghiaccio diminuisce ad una velocità esorbitante a vantaggio di aziende che, depositando i propri scrupoli nel cassetto, cercano di estrapolare quanto più gli è possibile il petrolio che risiede nel sottosuolo. Se questa cosa continua ad essere praticata, l’ambiente si troverà a fronteggiare, per via dell’eccessivo surriscaldamento globale, un disastro presumibilmente incontrollabile.”Queste le parole con cui Giorgio Peperna, volontario dell’associazione Greenpeace, spiega la drammatica situazione che affligge il nostro pianeta.
A fare da portavoce della manifestazione avvenuta sabato 4 ottobre 2014, promossa da Greenpeace, oltre che ai giornali e alla tv, è stato maggiormente il web, che con il suo hashtag #iceride ha fatto sì che migliaia di persone di ogni città potessero aderire alla pedalata che ha coinvolto l’intero globo. 32 i paesi che hanno partecipato con oltre 150 eventi verificatisi in tutto il mondo, organizzati non solo dalla Greenpeace, ma anche da gruppi di cittadini che spontaneamente si sono aggregati. In Italia 15 sono state le città che hanno fatto capo alla mobilitazione di ambientalisti promossa per salvare l’Artico dal forte influsso del mercato economico. A Napoli l’iniziativa ha visto la partecipazione di un notevole numero di persone di ogni età, sia in bici che a piedi. Il corteo è partito da Piazza del Gesù, ha attraversato le principali vie del capoluogo campano, per poi terminare alla rotonda Diaz, in via Caracciolo, affiancando lo stupendo scenario del golfo cittadino.
Commenta il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio: “La “battaglia” pacifista promossa dalla mondiale associazione volta alla salvaguardia dell’ambiente si ramifica su più fronti. Da un lato si assiste la protesta rivolta ai colossi petroliferi quali la Shell e la norvegese Statoil che includono, nei loro futuri progetti, la trivellazione di alcuni punti dell’Artico, nonostante i palesi rischi che si ripercuoteranno sul nostro fragile ecosistema. Dall’altro lato ha lanciato una petizione alla quale è possibile aderire semplicemente mettendo una firma attraverso il sito internet www.savetheartic.org. Già oltre 6 milioni di persone hanno dato il loro contributo, e circa 1200 è il numero di Premi Nobel e Uomini di Stato che si sono riuniti firmando un documento redatto in dieci punti e chiamato Dichiarazione Artica per chiedere l’istituzione di un Santuario di protezione nella regione polare”. La speranza di tutte queste persone, come d’altronde anche la nostra, è di preservare il freddo naturale del Polo Artico, onde evitare quell’apocalisse che fin’ora è stata solo rappresentata nelle sale cinematografiche.