
La bionda più famosa del mondo è nei guai. La Reynolds American, il colosso che produce le sigarette Camel, dovrà risarcire 23,6 miliardi alla vedova di un fumatore. Ma vediamo come sono andati i fatti. Cynthia Robinson è la vedova di un fumatore morto a 36 anni per cancro ai polmoni nel 1996, la donna in seguito all’accaduto nel 2008 ha deciso di fare causa all’azienda leader nella produzione di tabacco, con l’accusa di utilizzare all’interno delle sigarette, sostanze chimiche e mortali che creano dipendenza. Ma quando la Robinson ha iniziato la sua crociata contro il colosso americano, non era sola. Infatti già nel 2006 si era formata una class action contro la Reynolds e solo a seguito del respingimento della Corte Suprema dello Stato della mozione popolare, si aprì di fatto la possibilità per ogni singolo soggetto di avviare azioni legali contro l’azienda. Molte le prove di accusa presentate, tutte incentrate sul perno forte della colpevolezza per cui la società era stata negligente, aveva cospirato per nascondere informazioni sui pericoli del fumo e venduto prodotti difettosi. Da qui, il caso della Robinson, portabandiera dei centinaia di accaduti simili, verificatosi in Florida. In qualche modo la vittoria in tribunale della vedova, accende una speranza per gli altri soggetti che si trovano nella medesima situazione e per cui le parole dell’avvocato difensore della donna, Christopher Chestnut, rappresentano un forte appiglio: “La giuria ha voluto inviare un messaggio all’industria del tabacco: non può continuare a mentire agli americani e al governo americano sulla dipendenza e sui chimici mortali che usa nelle sigarette”. Di tutt’altro avviso il vicepresidente di Reynolds, Jeffery Raborn, secondo il quale “il verdetto va al di là della ragionevolezza: presenteremo ricorso e abbiamo fiducia che la corte seguirà la legge”. Intanto al di là del definitivo esito giudiziario, quello che è certo è che sebbene la Camel sia ancora in piedi, qualcosa è iniziato a vacillare e la condanna al risarcimento dell’ingente somma, arriva quasi come un contraccolpo, in seguito all’acquisizione da parte dell’azienda statunitense della sua storica rivale, la Lorillard.