
“La situazione del fiume Sarno sempre più critica”, è questo il risultato emerso dall’ultimo monitoraggio chimico – fisico effettuato dalla Goletta di Legambiente sul fiume Sarno negli ultimi giorni.
L’intero percorso del fiume è stato oggetto di vari campionamenti in varie zone disseminate lungo il suo percorso, dalla sua sorgente in Sarno fino alla foce presso Castellammare di Stabia.
Dalla mappa che emerge dei punti di campionamento, bollino rosso a Castellammare di Stabia, Pompei, San Marzano, Nocera Inferiore e Superiore, dove il giudizio è scarso o cattivo. Diversi sono stati gli indicatori utilizzati, come il LIMeco (livello di inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico) e l’IFF, (l’indice di funzionalità fluviale), per analizzare la presenza di diversi elementi come il cromo, il rame e lo zinco, nei 24 km del percorso fluviale.
Il bollino verde lo ha ottenuto soltanto la sorgente sita in Sarno presso Santa Maria della Foce, mentre i campionamenti già presso il centro di Sarno, Striano, Montoro, Mercato San Severino e Roccapiemonte evidenziano un bollino giallo che indica un giudizio equivalente allo scarso e quindi di inquinamento. Purtroppo da anni ormai il fiume Sarno è vittima degli scarichi abusivi, operati dalle realtà industriali conserviere disseminate in zona, che riversano senza nessun controllo i loro scarichi nelle acque del Sarno.
Tantissimi i disagi e le denunce che ormai non sono più una novità, ma quasi una consuetudine sul territorio, inascoltate peraltro dalle istituzioni operanti. Il forte peggioramento della condizione delle acque sta creando problemi alla fauna e alla fertilità delle rive che delineano il suo percorso. Questo inquinamento da anni compromette anche la coltivazione nei dintorni, tutta colpa degli scarichi abusivi. Legambiente sollecita le istituzioni ad intervenire tempestivamente per cercare di completare al più presto i sistemi di depurazione e ripristinare, laddove già esistono, il loro funzionamento. Soltanto con una serie di controlli accurati e tempestivi, si potrà mettere fine a questo disequilibrio del contesto fluviale del Sarno, diventato ormai famoso in tutta Europa.