Esce domani, 29 maggio 2014, nelle sale italiane e in circa 50 copie “Bologna 2 agosto… i giorni della collera”, film i cui protagonisti sono i terroristi Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. Prodotto da una casa indipendente e distribuito da Telecomp Planet Film Production, interpretato da Giuseppe Maggio e dall’esordiente Marika Frassino – nelle vesti dei due protagonisti – ma anche da attori di successo quali Martina Colombari, Lorenzo Flaherty, Lorenzo De Angelis, Roberto Calabrese, Tatiana Luter e Luca Biagini. Il film è stato diretto da Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio. «Un film su Mambro e Fioravanti non era mai stato fatto prima – dice Molteni – perché il cinema italiano non è libero. Affrontando una tematica come questa rischi poi di smettere di lavorare. Forse noi siamo più incoscienti, o forse più bravi e coraggiosi». [divider]L’opera mostra solo i fatti che la magistratura ha accertato: mescolando documenti processuali e testimonianze di chi quegli anni li ha vissuti da protagonista, come Licio Gelli o i terroristi Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, con l’aggiunta di estratti di edizioni dei telegiornali dell’epoca. Gli autori – per impedire che la realizzazione del film venisse interrotta (come successe a Francesco Patierno) – hanno scelto di non chiamare alcun protagonista della Storia con il nome reale: nomi fittizi dunque, per tutti. «La decisione – spiegano i registi – è stata presa con la produzione. Non volevamo correre il rischio ci venisse negata l’autorizzazione al film e non sentivamo il bisogno di confrontarci con loro; volevamo mantenere la nostra autonomia autoriale». [divider]È vero che ci vuole coraggio a raccontare uno tra i capitoli più difficili da digerire – e da comprendere a pieno – della nostra Italia. È difficile quando non si ha libero accesso alle fonti e quando chiunque sembra volersi coprire gli occhi e le orecchie pur di non saperne di più. Fatto sta che Mambro e Fioravanti si sono sempre considerati estranei alla strage di Bologna di cui erano accusati e – è necessario sottolinearlo – i registi si limitano a descrivere i fatti senza conferire loro alcuna possibilità di persuadere lo spettatore trasmettendo facili sentimentalismi. Tuttavia, sarebbe bello se venissero revisionati gli atti e se il cinema potesse raccontare, senza troppi ostacoli, delle realtà – o delle versioni – della Storia senza dover ricorrere ad escamotage e stratagemmi. [divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui