La settima di ritorno del campionato di serie B svela la notizia tanto attesa: l’Avellino vince e non fa più mistero di voler puntare…ad una salvezza tranquilla. La Juve Stabia invece non vince, proprio per niente, perde di brutto in casa e forse non fa più mistero di voler puntare ad una retrocessione tranquilla. Avellino e Juve Stabia in questo giro aprono e chiudono i giochi, gli irpini di venerdì sera (ormai già sembra passata una settimana, e in effetti è quasi così) e gli stabiesi di lunedì sera. Contro le capolista del campionato peraltro, Empoli e Palermo. In serie B infatti il fregio di capolista può essere tranquillamente spartito fra prima e seconda, non solo perché il termine al plurale è uguale al singolare, ma soprattutto perché entrambe (le capolista) alla fine vanno in A senza passare per gli spareggi. Ebbene, le due capolista (già da un bel pezzo del cammino) non hanno trovato squadre simili da affrontare e da sottomettere alla loro forza; e se per l’Empoli l’Avellino si è confermato un antipatico tabù, la Juve Stabia per il Palermo si è rivelata un succulento mollusco da addentare a piacimento. Sono state due partite probabilmente svolta dell’intero campionato delle nostre, per quanto il campionato della Juve Stabia non abbia mai svoltato in maniera decisa dall’ultimo posto di classifica. Potremmo dire, a voler infierire, che la svolta per le vespe c’è stata, ma verso il consolidamento della disperazione.[divider]Pertanto, sulla partita di Castellammare fra Stabia e Palermo non abbiamo molto da dire, e forse è meglio non dire troppo. L’incontro è durato una mezz’oretta, anche perché prima il Palermo ha sbagliato un calcio di rigore, sennò sarebbe durato anche meno. 0-3 già molto prima dell’intervallo e buonanotte anticipato al posticipo. Adesso è l’ora del minimalismo, per il Braglia e i suoi ragazzi, sarebbe meglio che nessuno parlasse più di “impresa” ma semplicemente di dignità. Quella, in fin dei conti, la Juve Stabia ancora la sta conservando in questo campionato. Pure contro il Palermo le vespe, subito anestetizzate dal gioco in profondità dei rosanero facile per troncare sul nascere l’ambizione tattica di Braglia, hanno cercato comunque di non sbracare. Come quelle squadre di rugby che, inferiori agli avversari per forza, velocità, classe e danza intimidatoria, accettano il passivo senza per questo predisporsi all’umiliazione. Almeno un aspetto positivo da cui riprendere il viaggio obbligato.[divider]Venerdì sera invece, al Carlo Castellani di Empoli, i verdi irpini hanno espugnato il campo degli azzurri di mister Sarri, napoletano solo di nascita ed ex trainer dei verdi solo di statistica. Finalmente i ragazzacci di mastro Rastelli danno un calcio (o meglio una capocciata) alla crisi di risultati del 2014; l’ultima vittoria dei verdi infatti risaliva al 29 dicembre dello scorso anno, in casa contro il Padova. In quella circostanza decisivo fu il fosforo fantasioso del neo acquisto belga (belgese per i tifosi più ruspanti) Benoit Ladriere, poi scassatosi nei muscoli. E rimasto fuori squadra fino a venerdì sera…Ora, se l’Avellino ha trovato un mingherlino pedatore vallone di larghe vedute o un ottimo belgese scacciapaposcia (allontanasfiga per i nostri lettori milanesi) cambia molto la sostanza ma non i suoi effetti. Speriamo che il dio Eupalla ce lo conservi.[divider]Dunque, nella casa dell’Empoli, squadra forse normale ma impreziosita dagli attaccanti Maccarone e Tavano, i lupi fanno un figurone. Un figurone di tattica e di applicazione. Quell’impunito di Rastelli infatti presenta la squadra con un modulo novità per il campionato in divenire, lo stesso schieramento solitamente utilizzato dall’Empoli, e questo rimestamento dei conti (tattici) il Sarri ex bancario proprio non se l’aspettava. Non più tre difensori ancorati dietro, ma quattro difensori di cui due a tentare di fare giudiziosamente i fluidificanti. Non più cinque centrocampisti tutti di corsa, ma tre centrocampisti tutti di corsa. Le due punte abituali restano le due punte abituali. Sommando i ruoli e sottraendo il portiere quindi, avanzerebbe ancora un posto. Ed è quello di Ladriere, variabile impazzita del gruppo a far finalmente sentire meno soli e più accuditi gli attaccanti quando cercano di fare gli attaccanti, e meno sbandati i centrocampisti quando cercano qualcuno a cui dare la palla per farne qualcosa di interessante. Ladriere è la mezzapunta di lotta e di governo che il brasiliano languido Togni non è mai riuscito ad essere. Nonostante la parvenza più sfrontata, i lupi danno anche l’impressione di difendersi meglio rispetto al recente passato, meno miseramente preoccupati della propria area di rigore e più diffusamente interessati alla propria metà campo. Un modo di difendere più totale direbbe il sacchiano di turno, noi ci limitiamo a parlare di difesa meno abbarbicata sul portiere. E anche il nostro portiere romanzesco preferito, il placido Terracciano, a Empoli se la cava benone. Addirittura salva il risultato su un tu per tu contro Tavano che questi duelli solitamente li vince di giustezza. Dopo undici partite dall’ultima volta la squadra non subisce reti, e diamo allora alla verginità di giornata il valore simbolico che merita. Uno spazio riservato merita anche il giovane Camillo Ciano, punta di poco fisico ma di molta tecnica, dotato di vivace comprendonio calcistico oltre che di raffinata pedata, sinistra (in tutti i sensi) per gli avversari ma dolce e precisa per i compagni; non a caso anche questa volta il gol dei lupi comincia ad annunciarsi da una sua pensata (sinistra) dalla bandierina. A metterci le corna questa volta è Armando Izzo, sentinella da guardia in libera uscita. Poi l’Empolirimane in dieci e poi in nove per due espulsioni, e allora i lupi proprio non possono togliere ai loro ottocento schedati al seguito l’illusione di tornare a casa con il terzo posto nella classifica e lo zucchero filato nel cuore. Sabato pomeriggio il terzo posto è diventato quarto ma lo zucchero non per questo è stato “pisciato via”. Adesso sta a mastro Rastelli e alla dirigenza gestire i livelli di glicemia nel sangue e la rivoluzione in atto nei sogni del popolo bianco e verde. Avanti![divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui