
La Cappella di Santa Maria dei Pignatelli, sito UNESCO, ritroverà la luce in versione restaurata, uno dei luoghi più rari della Napoli del Rinascimento, che sorge proprio nel cuore antico partenopeo.
Allineata lungo il Decumano inferiore della città greco-romana dove si incrociano piazzetta Nilo e San Biagio dei Librai.
Era chiusa al pubblico da oltre cinquant’anni, sul finire degli anni 60 era diventata persino un deposito abusivo, grazie al lavoro dell’ Università Suor Orsola Benincasa la Cappella è pronta per essere restituita alla città.
La Cappella di Santa Maria dei Pignatelli, così chiamata dal nome della famiglia che la costruì e che per secoli ne resse le sorti, sorge proprio al Largo corpo di Napoli, chiusa da tempo e a molti sconosciuta è una dei gioielli più rari della Napoli del Rinascimento e sorge la dove i nobili di Nido avevano il loro Seggio; di origini trecentesche fu ristrutturata tra il 1493 e il 1515 per volere di Ettore Pignatelli, futuro vicerè di Sicilia, affiancando il palazzo di famiglia che ospita importanti complessi funerari, frutto dell’ arte napoletana del Rinascimento, il sepolcro di Carlo Pignatelli, verso il 1506-07 e la piccola cappella di Caterina Pignatelli (opera di Diego De Siloè) ricca di decori e vicina alla cultura della Roma papale di Raffaello, Michelangelo e Sansovino.
A partire dal 1736 la Cappella assunse poi forme barocche, dotata di un nuovo altare.
Nel corso degli anni 60 e 70 del Novecento fu chiusa al culto e alla visita e ripetutamente vandalizzata con molti marmi rimossi e pitture danneggiate.
La svolta si è avuta all’ inizio degli anni 90 quando è stata donata alla Suor Orsola Benincasa che ne ha fatto un vero e proprio capolavoro.