

Sono passati 25 anni dallo scoppio dello scandalo di “Mani pulite” (serie d’inchieste giudiziarie che rivelarono un sistema fraudolento che coinvolgeva la politica e l’imprenditoria), ma l’emergenza corruzione in Italia, è tutt’altro che sconfitta.
Questa mattina, nella Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, si è tenuto un interessante Forum, organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza, dal titolo “Le nuove frontiere della corruzione”. L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito del percorso accademico del Centro di Ricerca Res Incorrupta ed in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
Dopo il saluto introduttivo, del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, Armando Rossi, il dibattito è partito dai numerosi spunti di riflessione che vengono offerti dal libro “La corruzione spuzza”, scritto dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone e dal presidente della quinta sezione del Consiglio di Stato Francesco Caringella. Insieme agli autori, hanno preso parte alla discussione, coordinata da Aldo Sandulli, preside della Facoltà di Giurisprudenza del Suor Orsola, Domenico Carcano, presidente della VI sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, Marco d’Alberti, professore ordinario di Diritto amministrativo all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Marco Demarco, direttore della Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa” e Isaia Sales, docente di Storia delle mafie e segretario scientifico del Centro di Ricerca Res Incorrupta dell’Università Suor Orsola Benincasa.
Durante il dibattito, Francesco Caringella, uno dei due autori del libro “La corruzione spuzza”, partendo dalle riflessioni che offre il suo volume, ha detto: “Ormai oggi viviamo una situazione paradossale nella quale al cittadino sembra quasi inutile essere onesto se vede che chi fa le leggi poi spesso non le rispetta. Se lo Stato non ha il senso dello Stato, è evidente che trasmette un modello negativo al cittadino che si sente quasi ‘legittimato’ a seguire quell’esempio”. Però per Caringella è riduttivo considerare la corruzione solo come la malattia di un potere non soggetto alla legge, in quanto il fenomeno corruttivo va ricercato anche nella concezione culturale di una società.
Successivamente l’altro autore del libro, Raffaele Cantone è intervenuto a riguardo per spiegare che: “Se a 25 anni dallo scandalo di Mani pulite la corruzione non è stata superata, c’è evidentemente qualche problema. Forse oggigiorno è qualitativamente meno grave, ma è quantitativamente più diffusa. Se la situazione attuale è questa, bisogna cercare di capire cos’è che persiste e perché persiste. Io credo che la corruzione sia cambiata nella qualità e quantità, e che trovi un forte aggancio nell’amministrazione. Proprio per questo io sono contrario a chi pensa all’introduzione legislativa di altri reati per contrastare la corruzione. Il punto di fondo della questione, è che bisogna intervenire sul piano amministrativo: la miglior medicina per la corruzione è la trasparenza e la semplificazione nell’azione amministrativa e nella gestione delle opere pubbliche. Non è detto che se mettessimo nuovi illeciti penali saremmo poi in grado di farli rispettare” .

Per Raffaele Cantone, che tra l’altro oggi festeggiava al Suor Orsola, 4 anni di insegnamento universitario sulla legislazione antimafia, così come per Caringella, una delle soluzioni per sconfiggere la corruzione può essere l’introduzione di specifici percorsi formativi nelle scuole e nelle Università, in modo tale che le nuove generazioni siano più sensibili nel prossimo futuro, ai temi di legalità e dell’onestà. Più precisamente, l’obiettivo è quello di lavorare in modo tale che per il cittadino, diventi utile essere onesti.