
Stasera l’Italia scende in campo per disputare la partita del mondiale contro l’Uruguay, ma c’è chi poche ore fa la sua partita, quella con la vita, l’ha persa e prematuramente.
Ciro Esposito, il giovane tifoso ferito a Roma prima della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso, è morto.
Il suo cuore ha cessato di battere attorno le 14, dopo che lo scorso venerdì era stato sottoposto a un ultimo, disperato, intervento chirurgico: «Dopo la pregressa lobectomia superiore destra e l’intervento eseguito martedì, Ciro Esposito è stato sottoposto ad un’ulteriore revisione chirurgica – dicono fonti mediche del Policlinico Gemelli».
Ma a nulla sono valsi gli interventi subiti in questi quasi due mesi di agonia, l’infezione polmonare e le sue complicazioni purtroppo hanno impedito la ripresa del giovane.
Ma ora è tempo di giustizia per la madre e i familiari del tifoso che si affidano alll’avvocato , Angelo Pisani che appena ieri era intervenuto su Radio Crc: “Speriamo nel miracolo perché Ciro è in condizioni gravissime e merita di stare bene”. “Nella vicenda relativa ai fatti di Tor di Quinto il vero fallimento è quello dello Stato – aggiunge Pisani -. Sono morte le Istituzioni che non hanno voluto rispondere a questo attacco criminale. Se a sparare fosse stato un napoletano, ci sarebbe stata la strumentazione della vicenda e invece noi abbiamo dato dimostrazione di dignità. Le Istituzioni hanno fallito nella mancata risposta all’agguato, nell’organizzazione della finale di Coppa Italia, quando nella Capitale sono apparse scritte ignobili senza preoccuparsi di cancellarle. La città di Napoli deve unirsi per portare avanti una battaglia di civiltà”.