
Non c’è trucco, non c’è inganno, in scena c’è una capra vera e Vladimiro, interpretato dalla poliedrica Paola Tortora che firma anche la regia dello spettacolo, è stanco di aspettare.
Liberamente ispirato al saggio Hamletica di Massimo Cacciari ed alcune Prose di Samuel Beckett, lo spettacolo “Vladimiro mira il mare” andato in scena nell’ambito del Napoli Teatro Festival, non manca di certo di originalità.
Un dialogo surreale a tre voci: in cui la Tortora alterna con spettacolare bravura la soave voce femminile ad una profonda e cavernosa voce maschile, passando da un registro all’altro con innata naturalezza. Un dialogo che rimane nei confini del recinto in cui si trova il protagonista, in compagnia dell’unica interlocutrice: la capra Amaltea.
E da lì tutto un susseguirsi di riflessioni, considerazioni e interrogazioni sul senso della vita. Domande che non trovano risposte e che l’interlocutore a quattro zampe demanda agli spettatori, continuando a brucare noncurante l’erba.

E’ forse allora tutto lì il senso, tornare alla vita essenziale, a vivere tornando alla natura, dalla natura da cui veniamo, ai ritmi lenti, senza aspettarsi nulla. E l’attesa infatti è il tema beckettiano per eccellenza, l’attesa di quel Godot che non arriva mai, attesa che qui però si fa protagonista nel momento in cui viene in qualche modo sdrammatizzata. Vladimiro è stanco di aspettare e allora trova da solo quello che cercava.
A tratti in questa ricerca dell’impossibile ci si perde, in un dialogo spinto ai limiti del surreale, spesso privo di una minima continuità logica tale da consentire allo spettatore di essere partecipe del testo.
Ci si perde forse anche distratti dalla presenza della capra sul palco che riesce perfettamente a stupire il pubblico. E se Vladimiro mira il mare, Amaltea mira noi e chissà che pensa.
Va senza dubbio premiata la scelta coraggiosa di mettere in scena un testo così intimo e poetico e va premiata la grande interpretazione di Paola Tortora che si lascia accompagnare dalle piacevoli melodie del Maestro Stefano Profeta al contrabbasso.
VLADIMIRO MIRA IL MARE
Dell’ingestibile smarrimento dell’essere
PARTITURA PER VOCE CORPO CAPRA E CONTRABASSO
DAL PROGETTO SOLIT’ARIA – GESTAZIONI SULL’INCONTENIBILE ANDIRIVIENI DELL’ESSERE PENSANTE E INQUIETO
CON PAOLA TORTORA (VLADIMIRO), LA CAPRA DEA (AMALTEA), STEFANO PROFETA (SUGGESTIONI SONORE PER CONTRABASSO)
DIRETTORE TECNICO MASSIMO VESCO
ASSISTENTE DI SCENA TEODORO BUNGARO
FOTOGRAFIA FRANCESCO TRUONO
COSTUMI ROBERTA VACCHETTA
TRUCCO LILIANA ESPOSITO
COMUNICAZIONE GABRIELLA GALBIATI
SUPERVISIONE ARTISTICA MARCO GOBETTI
PRODUZIONE ASSOCIAZIONE CULTURALE VINTULERATEATRO
IN COLLABORAZIONE CON ASSOCIAZIONE GIOVANI SPERANZE ADOTTA UNA CAPRA – NOVI VELIA (SA)
SI RINGRAZIA PER IL GENTILE SOSTEGNO AL PROGETTO: ADRIANA FEZZI, DON ANIELLO PANZARIELLO, LUCA URCIUOLO, RODOLFO MATTO, CARLO FRANCO, FABIO BRASOLA,VALENTINA DE BLASIO E ALICE TAMMARO, FRANCESCO IMBRIANO DELLA MASSERIA CORTILE GRANDE CHIAIANO (NA), FERNANDA PETRONE DELLA FATTORIA DIDATTICA TENUTA MELOFIOCCOLO (NA)