
«Ha mantenuto la promessa come si fa tra amici veri – quando vengo a Napoli voglio venire a vedere il tuo teatro e a conoscere i tuoi ragazzi. E così ha fatto, questa mattina: Roberto Saviano è venuto al Sanità ed è stato con noi, ha voluto conoscere e capire. Ha detto che voleva lasciare Napoli con un sorriso, ritrovandosi tra amici», così spiega il direttore artistico Mario Gelardi la visita di Saviano al Nuovo Teatro Sanità. Ha varcato la soglia del teatro alle 8.15 di martedì 11 novembre, arrivando in auto blindata e passando dal retro, all’indomani del processo che ha visto assolti i boss Iovine e Bidognetti e condannato l’avvocato del Casalesi Michele Santonastaso, per le intimidazioni a mezzo lettera a Roberto Saviano e Rosaria Capacchione. Saviano ha definito la sentenza “una vittoria a metà”. La promessa fatta a Gelardi qualche mese prima era quella di festeggiare insieme dopo il processo e la condanna dei boss, ma è andata diversamente. Così l’autore di Gomorra ha incontrato il regista della versione teatrale del suo libro, nel teatro che a Napoli è diventato l’avamposto dell’impegno civile. Il primo commento di Saviano alla vista del teatro è stato: «l’impressione è che questo sia un luogo prezioso; il pavimento dell’ottocento, i marmi, quello che voi fate qui dentro… ».
Durante la visita al teatro, Saviano è stato intervistato dalla giornalista del tg1 Emma D’Aquino che, prima di commentare con lui la sentenza, ha chiesto allo scrittore come mai avesse scelto proprio quel posto, un teatro intagliato in una chiesa, nel cuore di un quartiere così difficile, per salutare Napoli e fare l’ultima intervista: « questo posto è rappresentativo di una Napoli diversa, di quel cambiamento che io sogno da tanto. Qui si lavora seriamente, ogni giorno. Si fa un lavoro culturale continuo e a luci spente. E questo lavoro è l’indice di un cambiamento che può avvenire. Se io potessi scegliere dove stare, vorrei essere qui», spiega Saviano a premessa dell’intervista che andrà in onda venerdì sera al tg1 delle 23.00.